Missioni Consolata - Giugno 2006

- ■ TORINO ■ ■■ ■■■■ 1----- ----- ------------------------------ -- ------------------------------------------------------------------ fortuna è testimoniata dal fatto che non si ha avuto memoria di persone scoperte o arrestate mentre vi si nascondevano. La famiglia Carylls subì vessazioni e persecuzioni acausa della testimonianza di fede data in così difficili circostanze e non è difficile immaginare i sentimenti di paura, sgomento, angoscia, che le pareti di quel nascondiglio dovettero respirare per anni. Quando, nel 1865,venne presa in considerazione la proposta dicostruire una nuova chiesa aWest Grinstead,si suggerì che il futuro santuario potesse essere messo sotto la protezione della Vergine della Consolazione. L'ordinario della diocesi di Southwark, il vescovo Grant, appoggiò caldamente questa iniziativa, riconoscendo che il «luogo santo»,su cui sarebbe sorto il nuovo centro di culto,avrebbe avuto nella Madonna Consolata una degna titolare, madre 12 ■ MC GIUGNO 2006 Sopra, a sinistra, lunetta nel santuario della Consolata di Torino: Maria annunciata dai missionari come consolatrice degli africani; a destra, santuario della Consolata a Nairobi (Kenya). emodello di una chiesa perseguitata che si fa servitrice degli oppressi della storia. Per l'importanza rivestita in quel tempo e per la particolare spiritualità che da sempre lo animava, il santuario della Consolata di Torino divenne il modello cui ispirarsi e gemellarsi, in modo da poter condividere con esso preghiere, privilegi spi- , rituali e benedizioni. SPIRITUALITÀ FORTE Del resto,anche la gente di Torino aveva imparato, nel corso dei secoli, ad affidarsi alla Vergine nei momenti particolarmente difficili della vita cittadina:carestie, epidemie, guerre.La Consolata è sempre stata la discreta «compagna di viaggio»della popolazione che a lei si affidava, attenta e premurosa, pronta ad offrire uno squarcio di luce achi brancolava nel buio di difficili circostanze esistenziali.Da sempre,insomma,la spiritualità della Consolata si è incarnata nel tessuto quotidiano della vita della città.I grandi santi sociali della chiesa torinese del tempo avevano attinto a piene mani la forza per continuare la loro opera al servizio dei più poveri anche dalla figura umile, silenziosa, ma risoluta della giovane donna di Nazaret che vedevano impressa nell'icona della Consolata. Questo tratto caratteristico di Maria è stato riconosciuto sin dall'esperienza di fede della prima comunità cristiana. Nel racconto dell'evangelista Giovanni, immediatamente prima dei capitoli dedicati alla passione e morte del Signore, Gesù promette l'invio del suo spirito sulla comunità dei discepoli,spirito che dimorerà in loro,guidandoli nei sentieri della storia e aiutandoli a ricordare con fedeltà e testimoniare con autorità il messaggio di Gesù. Per compiere il suo mandato, la chiesa trova in Maria un modello degno di essere imitato. In lei,celebra un essere umano capace di trascendere la propria realtà e che,abitato dallo spirito, indica con coraggio i valori del regno. li conto del Magnificat riassume al meglio lo status che Maria riveste davanti aDio Santuario della Consolata a Rio do Deste (Brasile).

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