Missioni Consolata - Aprile 2006

ABUNA MESSIAS VIVE l missionari della Consolata sono ritornati in Etiopia nel l 971. Anche se il territorio loro assegnato non è più €1Uello in cui avevano continuato il lavoro del Massaia, il legame con il grande missionario è ancora forte. Nella missione di Minne e Waragu per esempio, dove ho lavorato fin dal 1985, ci sono varie famiglie discendenti dalle comunità formate dal Massaia. . Alcuni cristiani mi hanno raccontato le loro storie. «l nostri anziani -afferma Tadesse - raccontavano che i loro genitori erano originari di Ankober, una missione nello Scioa fondata da Abuna Messias. Ma quando questi fu espulso dall'imperatore Yohannes, il clero ortodosso cominciò a perseguitare i preti cattolici». «Nella missione di Finfinni, dove poi Menelik fondò Addis Abeba - incalza Ghirma -, un prete rimase nascosto per qualche tempo, ma quando fu scoperto dovette fuggire. Lo stesso fecero altri preti. Fu allora che i nostri padri decisero di lasciare le loro proprietà e seguire i missionari. Alcuni raggiunsero Gibuti, altri si rifugiarono tra le montagne dell'Arsi. Le nostre famiglie seguirono padre Ambrosios e si stabilirono qui a Waragu». Nelle loro memorie si intrecciano nomi di missioni distrutte e di luoghi di rifugio: Lume, Tedde Maryam, San Giorgio, Daka Bora, Lafto, Garafanissa, Ali la... Grazie a tali racconti è stato possibile iniziare la ricerca dei cristiani rimasti pe_r un secolo nelle «catacombe». E il caso di Daka Bora, nella parrocchia di Modjo. Dopo attente ricerche si è riusciti a incontrare le poche famiglie cattoliche sopravvissute alla persecuzione e a localizzare il luogo dove sorgeva la missione di San Giorgio. L'arcivescovo di Addis Abeba, Abuna Brahanejesus, si affrettò a comperare quel terreno e lo affidò ai missionari della Consolata, che hanno incominciato a costruirvi una piccola scuola e una cappella. Lo stesso arcivescovo è la testi - monianza più significativa che l'opera del Massaia è ancora viva: egli è originario di Lafto, discendente da una di quelle famiglie cristiane perseguitate nello Scioa e rifugiatesi a suo tempo nella regione di Waragu. • CONSEGNATA AL CLERO LOCALE I l 22 dicembre del 2004 è stata consegnata el clero locale la missione di Asella, fondata 25 anni fa da padre SiMo Sordella. Vi ho lawrato anch'io, dal 1991 al 2003: sono stati gli anni più belli della mia vita. !!C Nata con una <<casa-famiglia» per orfani e disabili, la missione di Asella è t=_i diventata presto famosa anche per le sua squadra di calcio IVya/a, vincitrice = di diversi campionati regionali; in essa è maturato Tesfay Tadessa, diventato ~ giocatore della nazionale etiopica. ::E In questi 25 anni centinaia di giovani sono stati aiutati a uscire dalla condi- ~ zione di precarietà. Molti di essi, dopo un lungo cammino di educazione fisica, ._, intellettuale, civile e religiosa, sono riusciti a farsi largo nella società etiopica e nel mondo. Due ex-allievi sono stati campioni di maratona: Kasa Tadessa in l! Inghilterra e Molla Demmeke in Belgio. Demmeke Syum e Sintayo Mulugeta O sono veterinari. Markos Raggasa si è laureato in economia ed è emigrato ne- ~=~ gli Stati Uniti; Barisso Dekama e Shemelles Alemu hanno trovato lawro in Ca- w1 nada, Haylu e Bareket Resson in Europa. Mulugheta Woldegabriel è proprietario e direttore di una fabbrica di mobili in Addis Abeba. Fayissa Kusa è autista nell'ambasciata spagnola e suo fratello Yohannes dirige il laboratorio Compagnia Varnero, mentre Yohannes Gizachew e BirTU Shibiru hanno aperortopedico dell'ospedale di Asella. Getachew Abera è capo meccanico della a·· to un'officina in proprio. Salomon Fikade è insegnante di musica e Tezera Deje- ~ ne artista e insegnante di pittura nella capitala. Musa Husan sta finendo il conservatorio di musica e suo fratello scolpisce le tradizionali icone in legno. La lista potrebbe continuare. Molti giovani sono insegnanti nelle scuole statali e cattoliche; altri stanno finendo gli studi universitari, i più hanno trovato lavoro in imprese locali o hanno awiato attività in proprio. I l mio compito ad Asella è stato quello di continuare la formazione integrele degli orfani e disabili, attraverso la scuola di base per i più piccoli e quella di arti e mestieri per i più grandi, come falegnameria, muratura, meccanica, agricoltura. Al tempo stesso ho potuto portare qualcosa di nuovo e molto personale: scuole di musica, pittura, taglio e cucito. Tutte attività che hanno permesso, soprattutto ai disabili, di sviluppare la loro creatività. Assistiti professionalmente e individualmente, si sono perfezionati nell'arte etiopica, producendo quadri, icone, sculture, indumenti sacri e profani molto richiesti nel paese e all'estero. In questo modo anch'essi possono sperare in un futuro autonomo e migliore. La presenza di fratel Mark Waweru ha portato un'altra divertente novità: il circo, con relativi giochi acrobatici, accompagnati da musica e danza. Il circo è diventato cosi popolare, da essere chiamato a esibirsi negli stadi, davanti alle autorità, in occasioni di particolari avanti e feste. Oltre a divertire, il circo aiuta gli orfani e disabili a scoprire le proprie abilità latanti, vincere l'insicurezza e riacquistare alla stima di se stessi. La collaborazione di fratel Mark mi ha permesso di avviare e coordinare vari progetti e iniziative a fawra della comunità cristiana. Il più importante realizzato è la costruzione del nuovo centro parrocchiale con chiesa, casa canonica, cesa per le suore, dispensario, asilo e scuole elementari. Strutture che hanno portato la missione di Asella a maturità, pronta per essere consegnata al clero locale e continuare il suo cammino con le proprie gambe. Reneto Seudelli Missione di Asel/a: la nuova chiesa e, sotto, un disabile mentre si esercita nella musica. MC APRILE 2006 • 45

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