Missioni Consolata - Febbraio 2006

Il STIGMA EPAURA 1111 1111 11111111 e, soprattutto, per pregare insieme e incqraggiarsi avicenda. In questo modo, il volontario riconosce il volto di Gesù, che si è identificato nel malato.Asua volta, il malato vede nel volontario il volto di Dio, che si è incarnato e si è awicinato a noi, che condivide con cuore di Padre-Madre Je sofferenze dei suoi figli e figlie. La sfida dell'Abcd Non basta occuparsi dei malati. In molte occasioni cerchiamo di formare anche le famiglie, per aiutare anch'esse adiventare misericordia. Si tratta di un cammino di formazione e prevenzione che si fa con la comunità, con un'attenzione particolare ai giovani, perché intraprendano una scelta di vita che non riguarda solo l'aspetto sessuale. Abbiamo sintetizzato tale cammino nell'acronimo «abcd» di quattro parole in inglese: -Abstain (astieniti) da crimine, corruzione, abuso di sostanze nocive, sporcare l'ambiente, vandalismo, condotta sessuale irresponsabile. -Be faithful (sii fedele) a te stesso, al tuo corpo, alla tua famiglia, amici e comunità. -Changeyour lifestyle (cambia il tuo stile di vita), facendo scelte consapevoli, sviluppando la tua coscienza, vivendo la tua cultura african·a, speriA destra, ((Zanithemba»cioè ((Vieni con speranza», uno dei programmi dei missionari della Consolata contro l'Aids nelle parrocchie di Newcastle, in KwaZulu-Natal. Sotto, Newcast/e (KwaZulu-Natal), gruppo ecumenico ((Agape, confort • and care» (amore econsolazione). 78 • MC FEBBRAIO 2006 Padre José Luis Ponce de Le6n. mentando la cultura dell'amore. Cambia stile di vita, altrimenti potresti essere in... -Danger (pericolo) di non vivere la vita in pienezza (Gv lO,lO),diventando un criminale o tossicomane, deturpando l'ambiente o contraendo l'Hiv-Aids. È un cammino che si fa in comunità, poiché forte è la pressione sociale e grande la confusione. Alla formazione e prevenzione si aggiungono altre sfide, come l'attenzione agli orfani, spesso anch'essi sieropositivi; la preoccupazione per trovare e offrire le medicine... Tutto questo è nelle mani dei volontari.Sono essi che hanno la possibilità di parlare con le famiglie, preparare il futuro, parlare della propria esperienza, incoraggiare il malato a fare il test ecominciare il trattamento... Avolte il volontario stesso vive il proprio cammino alla scoperta dell'amore di Dio, perché anche lui è ammalato e, come gli altri, ha paura di parlarne apertamente. All'inizio del2005, i vescovi del Sudafrica hanno organizzato una speciale giornata di preghiera per i malati di Aids, celebrata nella chiesa ReginaMundi di Soweto: avevano bisogno di 15 persone che avessero il coraggio di dichiarare apertamente, davanti amigliaia di persone, di essere contagiati dal virus.Vi sono riusciti, ma con fatica. Quel giorno è stato un evento memorabile:finalmente si rompeva il cerchio del silenzio e si infrangeva il tabù dello stigma. C onfesso che mi diventa sempre più difficile parlare di tutto questo.Non si tratta di numeri o statistiche, ma di persone, ognuna unica e irripetibile. Porto nel cuore nomi,momenti, parole, silenzi, impotenza, rabbia... ricordi di tante persone care. Se da una parte la fede mi dice che ora esse sono nella pace del Signore, dall'altra non riesco ad accettare che si debba vivere nella paura e soffrire in silenzio. Penso atanti giovani che ho visto soffrire fisicamente, immobili nel letto per lungo tempo.Enon riesco ad accettare che tali sofferenze continuino ancora oggi, perché non si vuole prowedere le medicine che permetterebbero loro di vivere con dignità. Come chiesa, non abbiamo nessun dubbio sulla strada che abbiamo intrapreso.In questi ultimi anni sono stati awiati emoltiplicati tanti progetti, gestiti da centinaia di volontari. Sono stati istituiti 22 posti dove,con l'aiuto di tanti benefattori, vengono attuati i programmi antiretrovirali. «Sono venuto perché abbiano vita...equesta sia piena!». È il nostro sogno di missionari; è la nostra forza quotidiana. È la nostra fede. •

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