Missioni Consolata - Febbraio 2006

MISSIONI CONSOLATA 11111 1111 111111 - - - -- --------------------------------- - - -- - - -- -- --~ ---- ----------- - --- - ----------------------- - ---- ~ ------ · NON NASCONDIAMOCI! È chiaro che, a causa della diffusionedell'Aids, la famiglia sia in grave pericolo. Non è difficile incontrare famiglie che non abbianopiù un genitore, oaddirittura entrambi.Spesso si viene a conoscere che sonomorti per ({/a malattia dei nostrigiorni»,senza dire apertamente cosa sia successo, come se non si sapesse di cosa sistia parlando. In questa situazione, chi sopporteràmaggiormente il peso della vita, se non i bambini?Le testimonianze cheseguonoprovengono da due donne affette dal virus dell'Aids e ci spronano a non tacere davanti a questa tragedia che ci tocca tutti. (Testimonianze raccolte da padre Gianni Treglia epubblicate sulla rivista Enendeni) 5 ono una vedova e ho 42 anni. Ho quattro figli, di cui l'ultimo ha 13 anni ed è in settima (l'ultima classe delle primarie,ndr). Nel 1996, mio marito si ammalò e morì. Dopo la sua morte, anch'io mi ammalai di tubercolosi e fui ricoverata nell'ospedale regionale dove fui curata. Dopo di ciò, cominciai ad avere problemi di salute, con dolori alle ossa. Per lungo tempo sopportai questa situazione, finché un giorno, fortunatamente, incontrai un consulente medico e con lui accettai di controllare a fondo la mia situazione.Dopo varie analisi, risultò che avevo contratto il virus dell'Aids.A dire il vero, questo mi sconvolse alquanto e già pensai di essere una morente. Però Dio è buono e il consulente mi indicò in che modo vivere, cosa mangiare, cosa lasciare, cosa fare. Ritornai dal primo medico, il quale mi consigliò allo stesso modo.Ora miritrovo ad avere speranza di vivere, ad accettare la mia condizione.Ora vivo grazie anche agli aiuti di organizzazioni non governative, che contribuiscono a mandare avanti i miei figli negli studi, a ricevere dei microcrediti che mi permettono di vivere una vita dignitosa. Non nascondo la mia situazione e per dare una informazione giusta voglio sensibilizzare la società: è bene andare a controllare la propria Cartellone lungo una strada del Tanzania: ((Uniamoci per combattere l'Aids. Cambiamo i comportamenti». salute, piuttosto che vivere nella paura. Se conosceremo la nostra situazione sanitaria, sapremo programmare meglio la vita. Nonostante la morte sia lì, spazza via la paura e va' a fare le analisi. Non farti ingannare dall'aspetto esteriore della persona. L'unica medicina è fare le analisi. l centri per questo sono tanti. Dopo aver fatto le analisi e accettata la tua condizione, vivrai in pace, scaccerai la paura che hai ogni volta che non stai bene e pensi: ecco, sono finito! Queste possono essere piccole malattie secondarie, che possono essere curate. li virus, di per sé, non ti danneggerà più di tanto, se seguirai i consigli dei consulenti e potrai vivere più a lungo senza problemi. Sono ormai nove anni che so di avere il virus dell'Aids,eppure sto bene e vado avanti con speranza nella vita.Alzati, allora, e vai a controllare la tua salute. V ivo a Kihesa (quartiere di lringa) e ho tre bambini. È dal 1996 che ho scoperto di avere il virus dell'Aids, quando andai per una visita. Nel 2003, mi recai al «Centro Allamano», l'ospedale per affetti da virus di Aids, gestito dalle missionarie della Consolata, per fare un nuovo controllo e ho visto che il virus era ancora lì, non se ne era andato, né era diminuito. Il motivo per cui andai a controllarmi fu questo: mio marito desiderava che avessimo il quarto figlio e io, da parte mia, ho creduto bene di verificare lo stato della mia salute, prima di rimanere incinta. È qui che scoprii di essere affetta dal virus dell'Aids.Consigliai a mio marito di fare altrettanto, dicendogli che sarei stata disposta a rimanere incinta dopo aver fatto le analisi. Non mi diede retta, ma questo durò solo due mesi. Si convinse e lo portai al «Centro Allamano»,dove diagnosticarono la presenza del virus, ma ci consigliarono il modo di vivere da marito e moglie nonostante l'Aids.Ricevemmo tanti insegnamenti che ci aiutarono a poter allevare i nostri figli senza perdere la speranza (poi il marito morì,ndr). Ringraziamo Dio per il «Centro Allamano»,che si ricorda delle persone affette dal virus, le raduna, dà loro aiuti di ogni genere che permettono alla gente di vivere senza doversi rompere il capo per sapere delle medicine o del cibo. Inoltre, il Centro fa prestiti a chi ha ancora la forza di lavorare.Offre pure piccoli progetti MC FEBBRAIO 2006 • 21

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