Missioni Consolata - Gennaio 2006

MISSIONI CONSOLATA ■■ ■■■ ■■ --------------------------------------------------------------------------------------------------------- ne dei progetti relativi a questo tratto, non se ne parla. Addirittura, nella sintesi - che per la valutazione di impatto ambientale è il documento principe-, la parola amianto non viene più citata, probabilmente perché non sanno come fare. L'unica cosa che hanno saputo dire è: "Ma noi prenderemo precauzioni'; "Bagneremo''. Ma bagnare non significa eliminare l'amianto,significa soltanto che lo si fissa per terra.Ma quando l'acqua evapora,con il vento la polvere si risolleva. Altra precauzione: "Noi metteremo degli aspiratori nelle gallerie in modo che catturino la polvere. Poi deporremo tutto in sacchi''. È vero che rompendo la roccia si sollevano delle fibre,ma ciòaccade anche quando,all'uscita dalla galleria, si scaricano i detriti, si fanno i-mucchi, li si ricarica e li si tiene in stoccaggio. È un problema grave.Un progetto concreto non esiste: sarebbe necessario un capannone di 50 mila m2 che contenesse mucchi di 50-100m3.Uno spazioabbastanza grandeda accogliere l'equivalente di 2.000villette. Non è semplice.E come li si copre? Con dei teli?Ma in questa valle, il vento,che soffia per ' metà dell'anno,li strapperebbe! Poi, comunque,questo materiale quandoviene ripreso è nuovamentemovimentato.Allora deveessere portato in qualche discarica.Ma çlove? Quale? Non lo hannomai detto». Ma cosa dichiarano le valutazioni di impattoambienta/e? «Sonosuperficiali, non spiegano dovestoccheranno il materiale in modo definitivo. Lo"smarino';contenendo rocce amiantifere frantumate,se viene collocato in posti esposti agli agenti atmosferici continuerà a liberare fibre. Non può stareall'aperto. li dannomortale per la salute dell'uomo è conosciuto (si legga la primapuntatadella nostra inchiesta)». I giornali importanti non parlanodi questidanni... «È già tanto che parlino dell'amianto. li fatto che si minimizzi o si sposti il problema significa che non si sa come gestirlo. Si cerca di dare l'illusionedi avere tutto sotto controllo, perché la linea è quella diandareavanti con l'opera.Tecnici e politici si contraddiconoa vicenda.Sonoapprendisti stregoni che non hanno seguito bene il corso di magia». Mapolitici ed amministratoripubblicinon dovrebberoavereacuoregli interessidei cittadini cherappresentano? «Per favore... Quella del Tav è una "grande opera"con un giro di soldi immenso». S piega il teologo Leonardo Boff in Gridodella terra,gridodei poveri: «Si è creato il mito dell'essere umano come eroe scopritore e colonizzatore, Prometeo indomabile, con le sue opere faraoniche. (...) Nell'atteggiamento di essere al di sopra delle cose eal di sopra di tutto risiede,a quanto par~, il meccanismo fondamentale della crisi attuale della nostra civiltà. Qual è la suprema ironia ai nostri giorni? Esattamente questa: la volontà di dominare su tutto sta facendo di noi dei dominati eassoggettati agli imperativi di una terra degradata. L'utopia di migliorare la condizione umana ha peggiorato la qualità della vita. li sogno di una crescita illimitata ha prodotto il sottosviluppo dei due terzi dell'umanità; la voluttà di una utilizzazione ottimale delle risorse dellaTerra ha portato all'esaurimento dei sistemi vitali ealla disintegrazione dell'equilibrio ambientale». (fine seconda puntata) Susa, 29 novembre 2005. Questa mattina le forze dell'ordine hanno militarizzato la Val Cenischia allo scopo di occupare i terreni dove dovrà essere realizzato il futuro cantiere della Tav aVenaus ed io - insieme con infermieri, maestri, postini ed altri lavoratori - siamo stati costretti a rimanere al freddo, senza poter raggiungere i nostri rispettivi luoghi di lavoro. I carabinieri e la polizia ce lo hanno impedito: le libertà costituzionali, ci hanno detto, sono state verbalmente sospese. Per raggiungere Susa sono stato dunque costretto a raggiungere la strada statale a piedi, attraverso i boschi. Occorre una pesante riflessione sullo stato della democrazia in Italia. don Gianluca Popolla Centro culturale diocesano,Susa (To) Torino, 13 dicem.bre 2005. Gli eventi si sono susseguiti: la presa con la forza del presidioNoTav diVenaus (notte tra il 5 e il 6 dicembre); la marcia dei 50.000 da Susa a Venaus (8 dicembre); la riunione di Roma tra sindaci e governo (1 O dicembre). Èin atto una tregua di fatto? S1, forse, non si sa.Al momento, , i lavori sono sospesi fino a maggio 2006, ad : Olimpiadi Invernali archiviate.I sindaci dellaVal : di Susa non hannoceduto,nonostante lefortis- : sime pressioni politiche emediatiche. • I fautori dell'opera torneranno alla carica, trin- : cerandosi dietro parole ambigue come «svi- : luppo» e «progresso». Ma forse, per spiegare il ' monstrum Tav,basterebbe domandarsi: Cuiprodest? «secondoquali criteri - leggiamo- può definirsi strategica un'opera i cui costi, peraltro sottostimati, superano largamente i benefici, .stimati generosamente?». Un passo tratto da qualche articolo •estremista•? Macché, gll autori (Andrea Boitani e Marco Ponti) sono due professori universitari e il giornale è «Il Sole-24 Ore•, il quotidiano della Confindustria. Con tanti saluti ai politici (tanti) eagli editorialisti (la maggioranza) che, con riferimento al popolo NoTav, hanno parlato di «professionisti del no• o di gente affetta dalla sindrome Nimby («not inmy backyard»,non nel mio cortile). Siamo davanti ad una situazione dawero originale ed inusuale: politìci ed editorialisti SlTav che ragionano a colpi di slogan (e di interessi particolari) fronteggiano un popolo NoTav che parla con dati, fatti epareri scientifici. Una rivoluzione. PaoloMoio/a \, ·--------------------------------------------------------------------------------------------- MC GENNAIO 2006 ■ 85

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