Missioni Consolata - Gennaio 2006

Gerico porterebbe a cambiare l'itinerario della nostra stessa vita, questo disturba troppo il nostro quieto vivere che difendiamo ad oltranza. Nelle fraternità «Agape» si cerca di celebrare la fragilità della vita co· sì com'è davanti alla mensa quotidiana con le gioie e dolori di tutti e davanti all'Eucaristia domenicale awolta dalla ragnatela di tanti nostri dubbi ma soprattutto vissuta come evento ci rinnova la forza della solidarietà con la certezza che Dio continua a camminare con noi nei sentieri dubbiosi della vita come fece con i discepoli di Emmaus. È un lavoro impari per le nostre forze e le tante debolezze che accompagnano gli operatori, i volontari, i professionali, ma tutti desiderosi di fare, di buttarsi sporcandosi le mani e purificando il cuore, tutto questo con la certezza che Dio ama ogni vita e aiuta i cuori generosi. È un lavoro non facile per nessuno; ogni giorno bisogna ricostruire quello che si è tentato di realizzare ìl giorno prima. È come la tela di Penelope che di giorno si fa e di notte si disfa. Ogni mattina c'è l'impegno di ricominciare! Proprio come fa il Signore con ciascuno di noi. San Vincenzo de' Paoli ha detto: «Donare fa bene, soprattutto a colui che dona». Intraprendiamo questa gara a fare del bene. Ne usciremo più ricchi davanti aDio, soddisfatti con noi stessi, utili e necessari a chi ne ha bisogno. ■ ■ MISSIONI MC GENNAIO 2006 ■ 43

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