Missioni Consolata - Giugno 2005

tre etnie. Numerosa e variegata è stata pure la presenza di associazioni e confraternite (Lega delle donne cattoliche, Donne di Sant'Anna e del Sacro Cuore, Figlie di Maria...), tra cui spiccava l'immenso coro diocesano di Santa Cecilia. La celebrazione eucaristica ha voluto essere un'espressione della diversità di queste cuJture. Durante la processione iniziale un gruppo di donne seguiva la croce portando anfore di birra tradizionale che, nella cultura africana, è simbolo di festa e celebrazione. Quattro suonato· risi muovevano verso il centro del - l'assemblea dagli angoLi della chiesa, soffiando dentro comi di kudu. Le parole del canto che accompagnava questa danza rituale dicevano: «Siyanimema nina, madlozi ethu, sichith'utshwala benu, wozani niphuze» che letteralmente si traduce: «Nostri antenati, vi invitiamo, vi AIDS IN CIFRE Secondo il Ministei'O della ~nità del Sud"frica, queste sono le cifre della pandemia che colpisce il paese: • 5 milioni di persone affette da Hiv; • 1.000 persone al giorno contagiate dal virus; • 500 mila bisognose di trattamento medico specifico; - 300 mila moriranno entro il2005, se non riceveranno cure adeguate; - 20 mila persone ricevono un trattamento in strutture pubbliche; - 4~ mila sono curate in strutture private. versiamo la vostra birra, venite e bevete»; ma nel contesto religioso significa: «0 nostri santi, vi invitiamo a stare con noi, con il fragrante profumo dell'incenso».La comunità indiana ha invece eseguito la processione della parola di Dio, mentre la presentazione delle offerte all 'altare è stata un riflesso delle varie culrure presenti. Durante l'omelia il cardinale Napier, arcivescovo di Durban ha spiegato il senso della celebrazione dicendo: «Oggi stiamo nuovamente compiendo ciò che eravamo soliti fare al tempo dell'apartheid: abbiamo ripreso a far visita a coloro che hanno bisogno, attraverso il ministero della chiesa, di ascoltare, vedere e specialmente fare esperienza della misericordia e della compassione di Cristo per tutti colo ro che soffrono». La cbiesa ha scelto di essere presente per accompagnare ogni persona colpita dal virus. Durame la messa 15 cristiani, tutti sieropositivi, si sono avvicinati all 'altare perché la comunità pregasse per loro e per ricevere l'unzione degli infermi dalle mani dei vescovi presenti. Ci è voluto coraggio per farsi avanti, ma loro erano lì. Cinque vescovi si sono avvicinati, li hanno abbracciati, benedetti e unti. Dopo di loro hanno fatto un passo avanti i dottori, gli infermieri, i volontari, i medici tradizionali e rutte le persone che si dedicano all'assistenza dei malati . Anch'essi hanno ricevuto una benedizione speciale che conDonne delle confraternite di Sant'Anno e del Sacro Cuore. MC l giugno 2005 pagina 17

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