Missioni Consolata - Gennaio 2005

delle chiese e dei mona· steri cristiani. Ormai mi chiedo quanto ci tiene veramente a quel patrimonio l'Europa visto che non riconosce più le sue radici cristiane. Snezana Petrovic Rovere/o (T n) Una nuova rubrica Caro direttore, leggo MissioniConsolata da oltre mezzo secolo, da quando un carissimo amico (padre Franco Cravero) partì per l'Africa. Ne ho seguito con vivo interesse e apprezzamento l'e· voluzione, da modesto (ma suggestivo) «balletti· no» d ' informazione sulla vita delle missioni dell'l· stituto, fino a preziosa <<ri· vista» missionaria di respiro planetario, valida sia sotto il profilo tipografico che sotto quello dell' infor· mazione e della sensibiJiz. zazione dei lettori. Da ultimo bo notato la compar· sa · più che giustificata · di una rubrica attenta a quella nuova «terra di missione» che è In presenza tra noi di extracomunitari... Non c'è un ulteriore spazio di interesse cui sa· rebbe bene estendere l'at· tenzione? Nelle nostre terre la chiesa, che tanto impegno missionario seppe profondere, appare ora in grave crisi: calo di fre.. quenza alle messe, crisi di vocazioni, scomparsa di un c(jma sociale influenza· to, almeno parzialmente, dai cristiani. La chiesa missionaria sta acquistan· do peso (e vocazioni) nel terzo mondo; ma perde qui la base e la spinta che la resero feconda. Non è aDora opportuno che una nuova rubrica si occupi di questa crisi di - COPPI. MISSIOIIAIIII Carissimo padre, Carissimi Laura e Giovanni, grazie per l'articolo che avete pubb(jcato e, soprattutto, per il titolo (Chiamati all ' ll' ora, M. C. sett. 2004) che risponde benissimo alla nostra situazione storica. Grazie anche per le copie che abbiamo ricevuto e passato agli amici. Qualche al· tra copia ci servirebbe per far conoscere la rivista, che è molto vaUda... innanzi tutto, voglio dirvi che mi avete dato una grande consolazione, perchémi avete testimoniato che la fede nel Signore dà sempre significato e gioia aDa nostra vita. Come dite giustamente, «il cristiano non può andare in pensione», ma vorrei aggiungere · voi me lo dimostrate • che non «vuole» andare in pensione, perché conserva vivo nel cuore l'amore per Cristo e per i fratelli, un amore che vuole esprimersi e dare frutti. Su questo amore è fondata la vostra famiglia: grazie a questo amore vi siete recatì in Africa per offrire la vostra testimonianza e per dare così aiuto, speranza, fiducia nel futuro a persone travaglia te da tanti gravi problemi materiali e spirituali. Anche al nostro arcivescovo abbiamo suggerito l' idea delle coppie missionarie. Ci ha risposto con la lettera che alleghiamo. Stiamo cercando di definire un pro· getto tale che possa divenire un donum (idei. La terremo informata. Pensiamo che la cosa possa interessare tutte le mis· sioni. La mettiamo nelle mani del Signore. Laura e Giovanni Paracchini Milano Anche il motto del vostro progetto è significativo: Donum/idei (dono della fede). Auguriamo che altre «coppie missionarie» rispondano alla vostra iniziativa. Anche a loro sia di stimolo la risposta deU'arcivescovo, che qui riportiamo. Esprimo vivo apprezzamento per il bel progetto delle «coppie missionarie» e vi invito a continuare... fede e dia aDa nostra «Vec· chia» chiesa il contributo di riflessione e di propo· sta che il mondo missio· nario potrebbe esprimere da una prospettiva forse per no l perduta? Gli argo· menti potrebbero essere non pochi e non secondari, ma ora è almeno pre· maturo indicarli. Grato della cortese at· tenzione e con l'augurio di ottimo proseguimento. Giuseppe Nebiolo Torino Grazie del suggerimento. Sappia che, da febbraio, partirà la nostra nuova rubrica biblica. Al - lora, continui a seguirei... Pannelli solari in Africa Caro direttore, mi consenta un commen· to aDa lettera di I sa Mona· ca (M. C., giugno 2004) circa i pannelli solari da un «addetto ai lavori>>. Questi apparati sono coVi rinnovo la mia gratitudine e di vero cuore auguro a voi e a tutti i vostri cari ogni bene nel Signore, mentre su tutti voi invoco la sua benedizione. Dionigt Teltamanzz; are. nosciuti in Africa da decenni, usati principalmen· te per scaldare e pompare acqua o provvedere minu· scole quantità d 'energia elettrica; ma sono solo alla portata dei ricchi. I pannelli scalda-acqua non sono molto costosi. I.Jimpiego è limitato alle case dei ricchi (o istituzio· ni) , perché, per funziona· re, richiedono in casa un impianto fisso. Per tantissimi africani «l' impianto idraulico>> è... la donna, che attinge acqua al fiume o al rubinetto comunale (dove esiste), portando sulle spalle o sulla testa un bidone di lamiera. n pompaggio d 'acqua dai pozzi, tramite energja solare, ha avuto poco successo, se non per chi ha «la villa in campagna». Per i pastori delle lande semidesertiche sono state prodotte efficienti pompe a mano, in ferro, quasi indistruttibi.li, ovvero a «prova d'Africa». I pannelli fotovoltaici servono solo a migliorare la vita di chi c'è l'ba già buona, ossia fabbricanti e rivenditori ... Recentemente in Kenya sono in <•offerta speciale» pannelli solari della po· tenza di 20 watts, sufficienti per quattro lampa· dine speciali, una radio e una piccola televisione: costano «solo» 105 euro; ma bisogna aggiungere u· na batteria (50 euro) , un invertitore di corrente (40 euro) e circa 20 euro per lampade, fili, scatola di controllo, impianto. Tota· le215 euro. Con una popolazione il cui reddito medio gioma· liero è inferiore a l euro, è difficile capire come «questi (pannelli ) potrebbero migliorare le c·ondizioni di vita degli abitanti». Certamente sarebbero uti(j nelle immense baraccopoli. Ma un pannello solare e un'antenna tivù su un tet· to di lamiera servirebbero ottimamente a... far pubblicità ai ladri. Giorgio Ferro Eldoret (Kenya) MC l gennaio 2005 pagino7

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