Missioni Consolata - Gennaio 2005

LL SI'I.SI. :\111.11 t\1<1 NLII'Hll\11 IO l'Al SI 1200 ), PAESI: Stati Uniti Giappone Gran Bretagna Francia Cina G ermania Italia Iran Arabia Saudita Corea del Sud SPESI! MILITARJ (a) 417.5 46,9 37,1 35,0 32,8 27,2 20,8 19,2 19,1 13,9 (a) Spese in miliardi di dollari Usa (b) Spesa annuale in dollari Usa Fonte: Sipri SPESA PRo-cAPITE (b ) 1.419 367 627 583 25 329 362 279 789 292 %SU TOTALE MONDIALE 47% 5% 4% 4% 4% 3% 2% 2% 2% 2% L\ 'Wl S.\ l'l 11111.1< .\ 1:\ Et HOl',\ 1.:?00)): SI' l '·' l'Hl H \l'l l l I l'\ l l l( l,, P AESI: ISTRUZIONE SANITÀ ASSISTENZA AMBIENTE DIFESi\ UE 1.129 1.625 1.558 Francia 1.356 1.918 1.754 Germania 1.062 2.000 2.049 Gran Bretagna 1.048 1.595 1.619 Italia Fonte: Eurostar elemento necessario e prezioso ma sempre più raro. Basti pensare che gli Stati Uniti hanno già bisogno di importare miliardi di metri cubi di acqua dal vicino Messico, paese che pure non ha molte risorse idriche. Gli scienziati del Pentagono hanno detto chiaramente che per questo modo di vivere le guerre sono un ingrediente indispensabile>>. Secondo lei, è lecito parlare di <<impero americano»? E se la risposta è sì, quanto durerà e come fi - nirà, se mai finirà? «La parola "impero", che è di moda, è un po' ambigua, perché si pensa sempre all'impero romano... ». n paragone è quello, è vero... «...ma un progetto come quello dell'impero romano non è possibile e non interessa gli Stati Uniti e le imprese transnazionali, perché un impero vero dovrebbe prendere in carico tutte le popolazionj, mentre l'amministrazione e i cittadini ame· ricani non vogliono assolutamente questo». Al contrario, vogliono prendere le risorse degli altri stati... «Vogliono che gli altri paesi siano MC l gennaio 2005 pagina 62 887 1.230 545 sottomessi al potere americano c per fare questo devono avere una-due guerre permanenti, ma non voglio· no costruire un impero, nel vero senso dellaparola. Non sono interessati a diffondere la vita americana concreta, ma soltanto la domina· zione ideologia e il controllo sul mondo. In questa logica si può parlare di imperialismo, e quello americano è più forte che mai ... ». Come si inserisce l'elemento terrorismo in questo contesto storico? «Terrorismo è una parola molto facile da strumentalizzare, che fa impressione sulla popolazione perché c'è una realtà del terrorismo. D 'altra parte, questa logica politico-economica genera sempre più derelitti e, di conseguenza, carne da terrorismo». Sta dicendo che il fenomeno si riprodurrà sempre di _più? «Naturalmente. E evidente che sarà così. Da questo punto di vista Bush ha ragione quando dice che siamo partiti per una guerra lunghissima, infinita. Perché la difesa del modo di vivere occidentale presuppone un'ingiustizia globale, 144 429 208 608 126 370 127 595 149 424 sempre più forte chegenera risentimento, povertà, miseria, e dunque un terreno favorevole al terrorismo». Cecenia, Palestina, Iraq: il terrorismo suicida ha fatto scuola. Come si arriva a sacrificare la propria vita? «Il terrorismo è sef!1pre esistito, ma quello di oggi è e.ffettivan1ente diverso. Come francese, ricordo la guerra in Algeria. Allora si parlava di terroristi algerini, ma erano gru p· pi costituiti per uccidere gli altri. Al massimo, c'erano dei rischi da correre, ma non c'era la sicurezza dj autodistruggersi. Oggi il kamikazismo è sistematico e, al medesimo tempo, più difficile da combattere. È stata creata una disperazione mai v:ista su scala planetaria e purtroppo sta allargandosi». Lei ha analizzato i danni prodotti dall' «americanizzazione del mondo». Ma come si spiega che l'american way o/lt/e abbia avuto tanto s uccesso? <<Questo non è un gran mistero. Dal cinema di l Iollywood aUa pubblicità, dai McDonald's aUa CocaCola tutto lavora per valorizzare l'a-

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