Missioni Consolata - Gennaio 2005

8eira (Mo.:lCUKbico) •••••••••• • •••••••• • •••• • •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• • l l COI414idoio dell'Aid" (e quello della "Pe14cut,z,a) Un p«&.)e che tel\t:A dl ldci.re dAi gHA:)tl dellA gHerr-cc civile, """ giOWUt.e MAivel";)ità che pel";)ol\lficA lA ~pef4A~qA. Beira è molto diversa da come mi era stata descritta dai miei colleghi universitari. Quale radicale cambiamento è sopraggiunto negli ultimi anni?, mi sono chiesto appena giunto nella seconda città del Mozambico. Sono stato subito colpito dalla multiculturalità del luogo. Sapevo già che, prima dell'awento dei portoghesi, alla fine del quindicesimo secolo, si era avuto un flusso immigratorio di commercianti arabi. Non avrei però immaginato che esistesse una comunità che fosse riuscita a segregarsi (o ad essere segregata) cosl bene, tanto da conservare, immodificati, i caratteri somatid, gli abiti e la lingua. Quanto all'uso del velo per le donne, a coprire tutto il volto meno gli occhi, non me Jo sarei aspettato. Anche gli indiani sono numerosi e si distinguono bene per la carnagione olivastra, le rotonde geometrie del volto, i capelli lisci, l'agilità nel passare all'uso della lingua in- (, Il dottor Nando Campanella è Il vincitore della prima edlzlone del •Premio giornalistico dottor Carlo Urbani.. Il dottor CampaneUa è stato premiato con un viaggio a Belra, per visitare la facoltà dJ medicina deU 'Unlversltà cattolica del Mozambico, Istituto fondato dal missionari della Consolata. Da gennaio 2005, U dottor CampaneUa lavo. ra a Kampala, In Uganda. per coordinare un progetto sanitario lntemazlonale sull'Aids. Quanto prima e nel llrnltt del possibile. dalla capitale uganck.se egli cl Invierà suoi articoli per la rivista e per Il nostro sito (www.rnlsslonlcon501ataonlus.lt). MC l gennaio 2005 pagina 50 glese dalla «esse» sibilata, nonché per il continuo argomentare tra loro su qualità di prodotti, prezzi e convenienze, in stretta slmbiosi con il luogo fisico dove commerciano. Beira coma tra i suoi abitami diversi cinesi, impiegati in opere infrastrutturali mastodonticbe nel controllo delle acque e nello sviluppo delle vie di comunicazione, che sono sempre state le prerogativedella loro cooperazione, in quanto esperienza storica maturata nel problematico dominio dei bacini dei 6umi Giallo ed Azzurro. La multietnicirà e multi -culturalità è completata da una variegata comunità di occidentali. Vi si comprendono russi e cubani, retaggio dello sforzo di sostenere la Frelimo durante la guerra civile. Vi sono statunitensi e britannici impegnati nel - le ricerche petrolifere ed in alcuni servizi. Vi sono tedeschi, austriaci ed olandesi impegnati nel servizi ad alto valore ag~unto. Vi sono gli italiani, i quali hanno fortemente contribuito al processo di pace tra Frelimo e Renamo e stanno accompagnando la ripresa del paese. E, naturalmente, vi sono i portoghesi. Beira è w1a città troppo esresa per il suo mezzo milione scarso di abi - tanti. La bassa densità è evidente anche in centro. Qualche condominio a 10 piani non offre lo stesso paesaggio di un centro a grattacieli, come per esempio si osserva nella capitale zambiana Lusaka, che è poco più popolata di Belra. li traffico automobilistico nelle ampie strade è scarso ed anche le attività commerciali del centro sono poco animate. Lo stesso traffico di navi al porto non è degno della fama del «corridoio di Belra». Prende questo nome quella viu di comunicazione che Jega Beira con Mutare ed Harare inZimbabwe, facendo tappa a Chimoio. Avendo avuto la Renamo la sua base militare lungo questo corridoio, in quello che oggi è il parco delia Gorongosa, ed avendo avuto la sua base di. reclutamento nel centro-nord del Mozambico, lo Zimbabwe ha visto per lungo tempo insidiato il cammino verso il mare per i suoi scambi d'oltreoceano. La guerra civile poteva chiudere il corridoio ed interrompere il Busso

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