Missioni Consolata - Gennaio 2005

l{t))ì ~ UNA VELINA...,, ' / /. ~ «Che incontrò un "tronista" e insieme vissero felid e contenti per tutta la vita in uno studio televisivo». di Fabio Pugliese, educatore Costantinopoli e i ':10 comandamenti. Iniziando così, siamo quasi certi di aver spaccato i let· tori in almeno due categorie: quelli che cercano il refuso e quelli che si aspettano la continuazione della frase. La verità è che il fenomeno Costantino è tale proprio perché questo individuo è largamente sconosciuto a gran parte dell'italica penisola. Pur tuttavia, e vi invitiamo a provare, andate nella camera dei ragazzi e chiedete loro se conoscono Costantino. Diamo per certo che la risposta sia affermativa. Sorge una prima domanda: come fa un fenomeno giovanile ad es"Sere così sconosciuto alla generazione dei genitori? Costantino Vitagliano è un fenomeno mediatico nato nella trasmissione pomeridiana di Maria De Fi - lippi Uomini eDonne. Il nostro eroe belloccio era chiamato all'arduo compito di scegliere, ua un'orda di petulanti «spasimanti», la fidanzata. Tale posizione è stata giornalisticamente chiamata «tronista». Il nostro uomo è stato poi costantemente ospitato nel contenitore teLevisivo settimanale Buono Domenica accanto alla sua prescelta, tale Alessandra. Fino a questo punto la nostra storia non assume i caratteri epici di un Odissea e probabilmente non li raggiungerà mai, però aggiungiamo un altro aspetto che ci sembra rilevante. Con l'ospitata domenicale di Costantino ìL programma della coppia De Filippi-Costanzo ha prima raggiunto, poi superato l'odiata rivale della televisione pubblica, accaparrandosi preziosi contratti pubblicitari in una fascia oraria importantissima. In definitiva: Costantino VitagUano fa vendere. Lo sapranno bene quei malcapitati genitori i quali si trovano ad esaudire le richieste del/la figlio/a nell'acquisto di uno, o più, capi d'abbigliamento, figurine, pacchetti di patatine, giornalini griffati Costantino. Il fenomeno non è recente. Data ormai qualche anno e presuppone un cambiamento sociale che ha come protagonista La nostra televisione. Il panorama mediatico è lentamente cambiato sino ad assumere i connotati che adesso lo caratterizzano. UNA TV DI UTIGATE, SFURIATE, TRADIMENTI L'interprete e la guida di questa modifica viene generalmente personalizzata nella figura di Maria De Filippi. Cosa avrebbe fatto costei? Lei (i suoi atJtori, in realtà) ha cavalcato l'onda del <<normale>>. I suoi programmi sono stati dei prodromi ai reality portando in scena le litigate della famiglia, le sfuriate fra coppie, i tradimenti fra amici e così via. L'ordinario in luogo dello straordinario. Chi è dunque Costantino? Un normale ragazzo, si direbbe, perfino un po' maleducato, poco istruito, molto presuntuoso che va a parlare in televisione delle sue feste in discoteca e del suo «ordinario». Il motivo peril quale costui non è molto conosciuto potrebbe essere proprio questo. È un bel ragazzo che non sa fare nulla di particolare. Non è uno Schumacher e non è un Biagi. Non è una Marie Curie o un Barnard. È un giovane vicino alla trentina che fa cose normalissime. Sarà questa la sua forza? È evidente che qualcosa lo deve pur sa- ~ ~ per fare se i genitori sono costretti a comprare ai propri figli dei pantaloni simili ai suoi, delle magliette come le sue, le scarpe così etc. etc. La sua forza sta, probabilmente nella sua enorme fortuna. Quale fortuna potrà avere uno che non sa distinguere tra un congiuntivo ed una congiuntivite? Pr()babilmente Costantino è solo un simbolo di una televisione che propone modelli comportamentali meravigliosamente «a tono» con quella smania del consumo che pervade la nostra società. In effetti Costantino qualcosa di eccezionale lo fa: compra. Costantino compra tanto, compra tutto, lo fa e non si chiede mai se ne ha realmente bisogno, compra «perché gli va». È forse questa la tragica ed ineludibile verità. Costantino furoreggia tra i ragazzi solo perché è la personificazione del primo comandamento del nuovo vangelo economico: «Compra al tuo prossimo come vorresti che il tuo prossimo comprasse a te». Qualche tempo fa un libro di un ex pubblicitario, Frederic Beigbeder, iniziava cosi: «Noi non vogliamo che la gente sia felice, perché la gente felice non consuma». DouwMC l e-nncllo 2005 poglna 33

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=