Missioni Consolata - Gennaio 2002

IL FASTIDIO DEI POTENTI F ra amici abbiamo parlato dei «fatti di Genova», che tanti dibattiti hanno suscitato, non solo sui mass media , ma anche tra semplici cittadini. Uno di noi ha letto l’articolo di P AOLO M OIOLA ( Missioni Con- solata, settembre 2001). Moiola, con tocco geniale, ha evidenziato la spe- ranza di chi aveva partecipato alla manifestazione di Genova, di chi era certo che i giornalisti avrebbe- ro raccontato la verità e di chi invece, forse più sca- fato, già presagiva ciò che si sarebbe verificato: la criminalizzazione dei manifestanti pacifici e il si- lenzio sui reali risultati del vertice dei G 8 (bricio- le per i poveri del mondo, liberalizzazione sempre più selvaggia dei commerci, silenzio sull’accordo di Kyoto e sulla cancellazione del debito). Tutto vero. Chi di noi è stato a Genova ha vissuto quanto de- scritto da Missioni Consolata ; anzi, ha provato espe- rienze peggiori e ne porta le conseguenze. Ormai molti rifiutano i tanti giovani che «non con- dividono la globalizzazione economica e vogliono la globalizzazione della solidarietà». Questo dà fasti- dio soprattutto ai potenti, e chi pensa diversamen- te da loro deve essere messo a tacere. Condividiamo tutti l’articolo di Moiola e ci augu- riamo che Missioni Consolata , impegnata a far cono- scere la realtà dei poveri del mondo, continui a sen- sibilizzare i lettori e a fare udire la sua voce, in no- me della verità. M. Aliberti, M. Beltramo, A. Bianco, M. R. Ferrero, P. Padovani, A. Zago, E. Zanlungo - Torino SCEMPI... INFINITI H o apprezzato i vostri articoli sui fatti di Geno- va, New York, Washington e sui bombardamen- ti anglo-americani in Afghanistan. Sono d’accordo con gli statunitensi (il 10%, però la verità non sta sempre dalla parte della maggioranza) che non si riconoscono nel- l’amministrazione Bush. Invece quelli che si riconoscono parlano di intelligence ; e, quando pronunciano questa pa- rola, alludono alla CIA ( Central Intelligence A- gency ), a spie, infiltrati, investigazioni, rambo e 007. Soltanto così - dicono - si vince il terro- rismo e si fa giustizia dopo la tragedia delle Torri Gemelle. La Bibbia insegna che le torri cadono, se l’uomo ritiene che la sua intelligenza sia pari o, addirittu- ra, superiore a quella di Dio che l’ha creato. In que- sto insegnamento mi riconosco. Nessun James Bond ha impedito il devastante im- patto dei boeing contro le Twin Towers , perché la vi- ta non è un film e la realtà supera anche la fantasia del regista più spregiudicato. Conferendo alla CIA poteri superiori a quelli del passato, gli Stati Uniti non fanno altro che aumentare i rischi per i propri cittadini e quelli del mondo intero. L’ intelligence da sostenere è quella di chi (come I- gor Man) dice che è ora di finirla con le «rodomon- tate», di chi (come J.K. Cooley) ricorda che Bin La- den è un prodotto della CIA, di chi grida «vergogna» all’Italia che vende armi al Pakistan... che ha man- dato i talebani a massacrare la dignità delle donne afghane. Da sostenere è l’intelligenza del «popolo di Seat- tle», che esige dalla Casa Bianca un radicale muta- mento nella produzione-commercio di armi. Come può parlare di «giustizia infinita» o «libertà dura- tura» chi, rifiutando di firmare l’intesa di Ottawa contro le mine, pone i presupposti per mutilazioni, accecamenti e scempi... infiniti e duraturi? Si esige un mutamento di rotta circa i gas-serra, la lotta alla mafia, i paradisi fiscali, la pena di mor- te e l’omicidio prenatale legalizzato. Non dimenti- chiamo: l’America è il paese dove vige una legge che autorizza l’aborto nel 9° mese di gravidanza e dove all’estremismo dei filoabortisti si contrappone quel- lo degli antiabortisti, convinti di risolvere il dram- ma dell’aborto uccidendo i medici abortisti. Francesco Rondina - Fano (PS) LA PARABOLA DI LUCA A ll’indomani della votazione in parlamento a fa- vore dell’intervento militare dell’Italia in Af- ghanistan (novembre 2001), non posso fare a me- no di ricordare una parabola del vangelo di Luca. Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico... Si recava con la sua famiglia a coltivare un campicello nelle vicinanze di Kabul. Incontrò degli uomini «giu- sti»; ma gli esplosero una bomba a grappolo, che uc- cise la moglie, i figli e gli mozzò le gambe. Per caso... un cristiano scendeva per quella stessa strada: vide tutto, ma passò dall’altra parte, dicen- do che quella era una guerra dolorosa, ma neces- saria, alla quale aveva dato un sì sofferto e sen- za gioia. Anche un vescovo, giunto in quel luo- go, vide e passò oltre tacendo. Invece un’altra persona in viaggio ebbe com- passione: si chinò sul disgraziato e... ebbe il coraggio di votare contro la guerra. Era un comunista. Giancarlo Telloli - Milano GENOVA-WASHINGTON-KABUL

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