Missioni Consolata - Dicembre 2021

sola presenza, la sua capacità di vivere lì da sola, le conferi- scono un’autorevolezza natu- rale. Gli abitanti del villaggio, com- presi gli uomini più avvezzi alla vita di montagna, lo am- mettono candidamente: «Nes- suno avrebbe resistito così tanto a una vita così dura». L’acqua di un rigagnolo, una lampada a gas, un fuoco acceso 12 mesi all’anno, due stanze in- gombre di sacchetti di plastica pieni di nulla, qualche coperta, è tutto ciò che Fatma possiede, eppure, forse senza nemmeno volerlo, a forza di prendersi cura dell’ambiente che la cir- conda ora ci sono decine e de- cine di alberi da frutta, peri, meli, pruni. La flora stessa è varia come mai prima. «È stata capace perfino di far crescere le fragole, che qui non si erano mai viste», confessa un suo pa- rente. Tutta questa sua deter- minazione le vale un premio che la comunità di Tonya ri- serva ogni anno alla «Donna più meritevole». Ovviamente il suo volto se- gnato da mille rughe e dall’as- senza di denti non si lascia in- tenerire. Ringrazia e ribadisce che il giorno in cui morirà vorrà essere sepolta nel suo bo- sco, davanti alla sua casa. La storia di Fatma sarà presto visibile in streaming sul sito amerigofilm.it . vinto il premio come «miglior corto» al Sundance film festival del 2020. Ventitre minuti insieme a un commerciante che, a bordo di uno sgangheratissimo furgone, parte da Tblisi e gira le campagne armene scambiando oggetti usati con chilogrammi di patate, l’unica vera moneta corrente dell’entro- terra agricolo. Il baratto, alle porte dell’Europa, oggi. Sante Altizio * FATMA E LA NATURA R imanendo al confine tra Est Europa e Vicino Oriente, vale la pena se- gnalare un titolo made in Turkey presentato in anteprima mondiale all’ultima e decima edizione del «Nuovi mondi film festival» di Valloriate, in provincia di Cuneo. Si intitola « Untold story of Fatma Kayaci ». In italiano il ti- tolo è diventato «La storia di Fatma Kayaci, che ascoltò il ri- chiamo della montagna». La regia è di Orhan Tekeoglu, classe 1954. A differenza di «Europa», la vi- cenda di Fatma non è una sto- ria collettiva, non è così tragica (per fortuna) e non porta con sé conseguenze che segnano i tempi, ma, nel suo piccolo, è la classica storia che dice molto di chi siamo o non siamo più. Fatma è una donna molto an- ziana che da 55 anni vive da sola in una casa di pietra lon- tana da tutto e tutti, immersa tra gli alberi, in montagna nel distretto di Tonya, provincia di Trebisonda. Il confine armeno non è così lontano. Fatma non si è sposata, non ha avuto figli. Si è isolata da quando, a causa di un incidente avvenuto in casa, un nipote al quale era molto affezionata è morto. Lei si sente responsabile, i ge- nitori del bambino le hanno rimproverato imprudenza, si è arrivati allo scontro, anche fi- sico. Così Fatma ha scelto di chiudersi nel suo dolore e di ta- gliare i ponti con il mondo. La gente del villaggio sa che quanto è successo è solo frutto di un tragico destino, attorno a Fatma c’è comprensione per lei e rispetto per la scelta fatta. Nonostante la neve la isoli per almeno quattro mesi all’anno, Fatma non scende a valle, dove le autorità locali le hanno messo a disposizione una casa. La montagna diventa il suo ha- bitat. A farle compagnia ci sono solo un gatto e due mucche. Soprattutto diventa la custode del luogo. Se ne prende cura ar- busto per arbusto, pianta per pianta. Non solo: coltiva, pianta e impedisce il taglio de- gli alberi di tutta l’area circo- stante. Solo quelli secchi pos- sono essere abbattuti. La sua 79 dicembre 2021 MC A MC IL MERCANTE GEORGIANO S empre a Est, a quella che fino alla fine degli anni No- vanta era l’area definita «ol- tre cortina», merita una segnala- zione «The Trader», il mercante, una piccola produzione indipen- dente che arriva dalla Georgia e che possono vedere gli abbonati a Netflix. La firma è della regista, classe 1986, Tamta Gabrichidze. Si tratta di un documentario breve, tutto girato on the road , che ha

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=