Missioni Consolata - Dicembre 2021

ssier DUE GIORNI NELL’ISOLA. SBARCHI E MEMORIA DEL 3 OTTOBRE 2013 Lampedusa, frontiera Sud Quarantatrè sbarchi in 48 ore. Adulti, ragazzi, bambini accolti e trasferiti dal molo ai centri di ac- coglienza. Senza turbare i turisti. Mentre decine di migranti arrivano con piccole barche, a otto anni dal naufragio del 3 ottobre 2013, alcuni sopravvis- suti e parenti delle vittime ricordano i loro morti e l’urgenza della ricerca di verità e giustizia. di DANIELE BIELLA S e nel Nord Italia il movimento tra fron- tiere è continuo, altrettanto succede al Sud, dove ogni giorno nuove persone, compresi minori stranieri non accompa- gnati, sbarcano sulle coste. Molti ragazzini, proprio come gli adulti, una volta arrivati in Italia in una regione meridionale, prendono la via del Nord. Spesso hanno Venti- miglia come tappa successiva. La frontiera Sud, il mare di mezzo, il Mediterra- neo, vede nelle sue acque centinaia di migranti che provano a raggiungere l’Europa per iniziare da zero una vita con più prospettive. Loro mal- grado lo fanno nel modo più pericoloso. Sbarchi, trasbordi e quarantene Missioni Consolata ha potuto riscontrare, diretta- mente a Lampedusa, ben 43 sbarchi in 48 ore, al- meno mille persone in tutto nelle sole due giornate del 2 e 3 ottobre 2021. Erano soprattutto «barchini» provenienti dalla Tunisia, ciascuno con una ventina di persone a bordo, ma anche dalla Libia con 50-60 migranti ognuna. La settimana prima era arrivato un peschereccio con 600 persone. Tra esse, numerosi minori soli, in gran parte, come è logico geograficamente, provenienti dai paesi del Nord Africa e dell’Africa subsahariana. 46 Dicembre 2021 Qui: un arrivo di un barchino con una ventina di persone dalla Tunisia, guidato dalla Guardia di Finanza, al molo Favaloro di Lampedusa il 3 ottobre 2021. In alto: a sinistra , una famiglia iraniana, dopo essere scesa dal bus a Claviere, si appresta, con il calare del buio, a tentare la traversata notturna del confine. Quella notte verrà rimandata indietro, quella successiva no. A destra , al rifugio Massi di Oulx, il momento immediata mente successivo all’arrivo della famiglia afgana, con gli operatori dell’ong Rainbow for Africa che effettuano lo screening medico.

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