Missioni Consolata - Ottobre 2021

Pagina precedente: Gladys Aylward nei primi anni in Cina (inizio anni ‘30). Qui: Gladys alla fine degli anni ‘60, con un bimbo ospite al centro di Taipei. Sotto: alcune immagini del cortile della locanda delle otto felicità, come era nel 2006 (courtesy cjvlang.com ). * * * * 52 ottobre 2021 MC Una sera, mentre con alcuni amici stava per andare a ballare, in una via affollata di Londra, fu presa in mezzo a un gruppo di giovani che entravano in una chiesa. Senza volerlo si trovò a seguire la funzione. «Quella sera, per la prima volta nella mia vita, realizzai che Gesù Cristo, figlio del Dio vivente, era morto per Gladys Aylward. Questa perce- zione mi scosse e avrebbe alte- rato la mia intera vita», avrebbe scritto molti anni dopo. «Corsi a casa, mi buttai sul letto e pensai: Dio se sei vero mostrati, e se lo farai, prometto che io farò qual- siasi cosa mi chiederai». La giovane donna non frequen- tava una chiesa, aveva poca di- mestichezza con la Bibbia e non sapeva pregare. Iniziò a cercare se stessa. Un giorno lesse su un periodico che in Cina c’erano mi- lioni di persone che non ave- vano mai sentito parlare di Cri- sto. «Pensai che era terribile pas- sare la propria vita senza Cristo. Qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa». Cominciò allora a par- lare con persone istruite, con competenze e posizioni sociali migliori delle sue, pensando che sarebbero dovuti intervenire loro. Ma nessuno la prese sul se- rio. Propose, infine, a suo fratello di partire lui per la Cina, promet- tendo che lo avrebbe aiutato. Lui rifiutò e la prese in giro, ma poi le disse: «Se davvero pensi che qualcuno debba andare, perché non vai tu stessa?». Il fratello l’aveva messa davanti a uno specchio, e Gladys sprofondò nel dubbio: «Non ho mai fatto nulla di importante, non sono istruita, non ho soldi, non so pre- dicare, non conosco nulla della chiesa». Ma arrivò a una conclu- sione: «Feci al Signore due pro- messe: se mi avesse mostrato la via, sarei andata io in Cina e non avrei mai più chiesto a nessuno di fare quello che lui avrebbe chiesto a me». NON IDONEA Il primo passo fu un periodo di prova presso il China Inland Mis- sion , un’istituzione inglese che preparava e inviava missionari in Cina dal 1865. Ma dopo tre mesi il direttore le disse che non era idonea a diventare missionaria, perché, per il suo basso livello di istruzione, non avrebbe mai im- parato il cinese e la teologia. Gladys non si perse d’animo, sentiva forte la chiamata, e de- cise di partire da sola, senza l’appoggio di alcuna organizza- zione. Però non aveva soldi né contatti. Riprese a lavorare duro, a servizio, facendo il massimo dell’economia. Per andare in Cina, all’epoca, c’erano due pos- sibilità: per nave o per treno at- traverso la Transiberiana. Que- sta seconda opzione era in que- gli anni - fine anni ‘20 - alta- mente sconsigliata, a causa di una guerra non dichiarata tra Cina e Unione Sovietica ai con- fini della Manciuria, proprio dove passava il treno. Ma era molto meno cara. Gladys non volle sentire ragioni, e comprò, a rate, il biglietto. Intanto studiava la Bibbia, e an- dava anche a tentare prediche pubbliche, che non godevano di grande considerazione, allo speaker’s corner di Hyde Park. Ebbe l’occasione di leggere di- versi libri sulla Cina, quando fu a servizio da sir Francis Younghu- sband, che vi aveva lavorato. Per le sue origini, Gladys era cre- sciuta nel mondo protestante an- glosassone, anche se, per lei, quello che contava era essere cristiana. In quel periodo, durante una fun- zione in una chiesa metodista, sentì dire che una missionaria in Cina, Jeannie Lawson, di 74 anni, cercava una giovane mis- sionaria per portare avanti il suo lavoro. Fu come un colpo di ful- mine, e Gladys scrisse subito una lettera alla Lawson, la quale, dopo mesi - i tempi dell’epoca -, rispose che l’avrebbe accettata. IL VIAGGIO Il 15 ottobre 1932, Gladys Aylward partì dalla stazione lon- dinese di Liverpool street. Aveva due valigie: una conteneva ve- stiti e l’altra cibo in scatola, bi- scotti, un fornello ad alcool, una padella, una teiera e un po’ di riso. Aveva con sé pochissimi soldi. A salutarla al binario c’e- rano la madre, il padre e la so- rella, che non sapeva quando e se avrebbe rivisto. Non lo fece a cuor leggero, fu un grosso sacri- ficio lasciare la famiglia e il CINA " «Non avrei più chie- sto a nessuno di fare quello che Lui stava chiedendo a me».

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