Missioni Consolata - Luglio 2021

La terra contesa SE LA PACE È SOLO UNO SLOGAN ISRAELE-PALESTINA MC A Mi pare di capire che la nuova generazione, quella dopo la se- conda intifada, sia ben connessa con la comunità internazionale, preparata anche culturalmente, determinata e disposta a tutto. Gerusalemme è diventata un punto sul quale non si può scen- dere ad alcun compromesso. Non più, proprio non più. Quindi, queste sono le due cose da risolvere perché si possa evi- tare un nuovo conflitto: primo, la questione palestinese; secondo, riconoscere l’universalità di Ge- rusalemme, su cui tutti hanno eguali diritti». Sull’universalità della città santa, l’Onu si è già espressa più volte e, sin dal 1948, ha ri- conosciuto a Gerusalemme e Betlemme uno status interna- zionale che nessuno dei due contendenti vuole riconoscere. Sia Israele che Palestina consi- derano Gerusalemme loro capi- tale. E qui possiamo passare a una delle cause principali del perdurare del conflitto tra Israele e Palestina: la man- canza assoluta di una volontà di dialogare. Da quando esiste il problema israelo-arabo-pale- stinese tutti parlano di neces- sità del dialogo in Terrasanta, ma alla luce dei comportamenti e delle prese di posizione da tifosi da stadio (non solo da parte dei principali attori, ma anche di chi osserva il conflitto I l francescano padre Pierbat- tista Pizzaballa non è solo l’autorità ecclesiastica catto- lica più elevata in Terra- santa, è anche una delle figure più esperte e soprattutto rispet- tate nella difficile situazione poli- tica, culturale e religiosa che ca- ratterizza la tormentata regione mediorientale. Arrivato in Terra- santa nel 1990, è stato «custode di Terrasanta» tra il 2004 e il 2016 (poi sostituito dal trentino Francesco Patton). Successiva- mente, ha ricoperto il ruolo di amministratore apostolico di Ge- rusalemme dei Latini per dive- Il quarto conflitto tra Israele e Hamas si inserisce in una problematica complessa e mai risolta: la que- stione palestinese. Conversazione con monsignor Pierbattista Pizzaballa, già custode di Terrasanta, oggi patriarca di Gerusalemme. di PIERGIORGIO PESCALI nire poi patriarca della città il 24 ottobre 2020. Lo abbiamo intervistato per chie- dergli una sua opinione sull’ul- timo conflitto israelo-palestinese e su quali potrebbero essere nuove vie in grado di aprire spi- ragli di dialogo che, ad oggi, sembrano essere preclusi. LA QUESTIONE GERUSALEMME Lo scorso 21 maggio il quarto conflitto tra Hamas e Israele ha raggiunto una tregua. Da dove ricominciare per evitare che questo sia solo il preludio per un’altra serie di scontri? «Credo si dovrebbe usare il con- dizionale: da dove si dovrebbe cominciare. Perché i motivi del conflitto sono sempre gli stessi, non sono cambiati, anche se ogni volta ci sono delle novità, una sorta di corsi e ricorsi alla Giambattista Vico. Ma, fino a quando non si risolverà la que- stione palestinese, noi saremo costretti a rivedere questi epi- sodi. Quello che in questo mo- mento ha scatenato la violenza è stata Gerusalemme, che rimane il cuore del problema. La que- stione di Sheikh Jarrah (il piccolo quartiere a Gerusalemme Est dove ebrei e palestinesi si con- tendono terreni e case, ndr ) è stata presentata come una que- stione legale, quale in effetti è, ma è, prima di tutto, una que- stione politica. © Piergiorgio Pescali

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