Missioni Consolata - Giugno 2021

MC RICCHI E POVERI L’umanità, almeno quella occi- dentale, ci ha messo qualche millennio per guardare ai poveri come a persone ferite nella loro dignità. Fino a qualche secolo fa eravamo talmente barbari da considerare legittima la schia- vitù e la servitù della gleba. Complici le espressioni reli- giose, compresa quella cri- stiana, che per vari secoli ha avallato l’ordine costituito com- prendente la schiavitù. È famoso l’invito contenuto nella terza lettera di Paolo ai Colossesi: «Voi, schiavi, siate docili in tutto con i vostri pa- droni terreni: non servite solo quando vi vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma con cuore semplice e nel timore del Signore». Posizioni riprese da importanti esponenti ecclesia- stici successivi che invitavano i poveri ad accettare con rasse- gnazione la propria posizione di sofferenza. Nel contempo, però, si rivolgevano anche ai ricchi af- finché sapessero essere carita- tevoli. Una combinazione comporta- mentale poco comprensibile sul piano sociale, forse con una sua Le briciole dei ricchi e la giustizia sociale Sul mercato gli individui non sono tutti eguali. La soluzione non è però il «capitalismo compassio- nevole». È compito dello stato correggere le distorsioni con l’imposizione fiscale. Soltanto così è possibile perseguire la giustizia sociale. di Francesco Gesualdi PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO MC R E la chiamano economia L a generosità è un valore, ma quanto è sano affi- dare la soluzione dei pro- blemi sociali alla libera generosità dei cittadini? È una domanda che vale la pena porsi perché si fa sempre più marcata la tendenza a trasformare la so- lidarietà in un optional. L’optional ci piace, ci dà un senso di libertà che ci imprime leggerezza. Del resto questo è il sogno che il mercato ci tra- smette: i mercanti offrono, i con- sumatori scelgono. In piena li- bertà. Se vogliono prendono, al- trimenti lasciano. Almeno così va l’adagio. In realtà, c’è anche la situazione in cui si vorrebbe comprare, ma non si può per- ché non si hanno i soldi per farlo. Questo tipo di impossibi- lità materiale, al mercato non in- teressa. Eppure è proprio que- sta non libertà, altrimenti chia- mata miseria, che dobbiamo prefiggerci di eliminare tramite ciò che Rousseau ha chiamato « Contratto sociale »: la rinuncia da parte di tutti di un frammento di libertà individuale per co- struire una libertà collettiva più ampia. La libertà più ampia si chiama «giustizia sociale». Il frammento di libertà individuale ridotta si chiama «imposizione fiscale». © Gerd Altmann - Pixabay

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