Missioni Consolata - Giugno 2021

che gli schermi di computer, ta- blet e smartphone emettono luce blu , che ha effetti negativi su uno dei nostri pigmenti visivi, la rodopsina, portando a un più rapido invecchiamento della vi- sta. Inoltre, la luce blu influenza negativamente il sonno e la concentrazione, in particolare se l’esposizione avviene nelle ore serali, perché rallenta la pro- duzione di melatonina, l’ormone che induce il sonno, provo- cando insonnia, irritabilità e an- sia. Oltre a questo, un’esposi- zione costante alla luce blu può danneggiare la retina , che non ha sufficienti schermature per questa lunghezza d’onda. A dif- ferenza delle altre gamme di luce, che vengono assorbite dalla cornea e dal cristallino, quella blu-viola penetra in profondità nell’occhio e arriva alla zona centrale della retina, la macula, che elabora le nostre informazioni visive. Infine, la luce blu è capace di in- fluenzare i neurotrasmettitori del tratto retino-ipotalamico, re- sponsabile della regolazione del nostro ritmo circadiano , che è alla base dei nostri processi biologici, tra cui sonno-veglia e produzione ormonale, con alte- razioni sia fisiche, che compor- tamentali. In conclusione, con un occhio alla salute del pianeta e uno alla nostra, scegliamo il supporto che più ci è confacente. Rosanna Novara Topino DIGITALE E PROBLEMI FISICI Nella scelta tra un modo di leg- gere e l’altro pesano diversi fat- tori, tra cui l’età dei lettori (le persone anziane non sempre hanno dimestichezza con i mezzi informatici), la necessità di risparmiare spazio (la carta pesa e occupa grandi volumi), la possibilità di facilitare la lettura regolando le dimensioni dei ca- ratteri offerta dai dispositivi elet- tronici, le esigenze dell’insegna- mento a distanza, per cui è ne- cessario che i due sistemi conti- nuino a coesistere. È però importante considerare che un’eccessiva esposizione agli schermi dei dispositivi elet- tronici può portare alla « sin- drome da visione al computer » o Cvs ( Computer vision syn- drome ), una condizione sempre più diffusa che interessa tra il 70-90% delle persone che pas- sano diverse ore davanti ad uno schermo. I sintomi di questa sin- drome sono variabili e sono di tipo visivo, neurologico e mu- scolo-scheletrico. Non è detto che si presentino tutti insieme e possono variare da una persona all’altra, in base alle abitudini di lettura allo schermo. Frequente- mente, dopo alcune ore allo schermo, si presentano bruciore agli occhi, affaticamento e talora sdoppiamento della visione, mal di testa e dolori al collo, per la posizione assunta. Molti problemi legati a una lunga esposizione a uno schermo sono dovuti al fatto nostra madre terra tasso di crescita è infatti eleva- tissimo. È evidente che smaltire un libro è molto più semplice ed economico: la cosa migliore da fare è donarlo oppure, nella peggiore delle ipotesi, desti- narlo alla raccolta differenziata e riciclarlo. IL PESO DEI DATA CENTER Ciò che ho descritto fino a qui però riguarda solo il nostro di- spositivo personale. Quindi, molto meno dei reali consumi legati alla fruizione on line di li- bri, riviste, giornali (oltre che di video, film, podcast, ecc.), per- ché tutto ciò di cui possiamo fruire è formato da dati che si trovano in qualche gigantesco data center, da cui partono i ser- vizi digitali che utilizziamo. L’insieme dei data center è un sistema, che identifichiamo con il cloud , rappresentato da quella eterea nuvoletta, che vediamo nell’icona corrispondente, ma che ha ben poco di etereo. Si tratta in realtà di un insieme di strutture fisiche costituite da fi- bre ottiche, router, satelliti, cavi posizionati in fondo all’oceano, giganteschi centri di elabora- zione dati pieni di computer. Tutto questo consuma un’e- norme quantità di energia, an- che perché molte di queste strutture necessitano, per fun- zionare bene, di impianti di raf- freddamento. Gli utenti finali non si rendono minimamente conto di questo grandissimo dispendio energe- tico , perché pagano esclusiva- mente la piccola quantità di energia consumata dai loro di- spositivi, gli abbonamenti ai for- nitori di contenuti e i gigabyte di traffico ai loro operatori telefo- nici. È evidente, quindi che an- che le letture online pesano pa- recchio sull’ambiente e proba- bilmente non ci sono vantaggi in termini di risparmio energe- tico totale e di riduzione dell’in- quinamento, rispetto alla carta stampata. 64 giugno 2021 MC A destra: i servizi offerti dagli strumenti digitali costano (e molto) anche in termini ambientali. * © Gerd Altmann - Pixabay

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