Missioni Consolata - Giugno 2021

48 giugno 2021 ssier nuova aria di libertà e tranquillità, sotto la guida del presidente Nelson Mandela. La strada percorsa è stata lunga, ma il Sudafrica di oggi è un paese pacifico, affrancato dal suo passato e consapevole del suo potenziale eco- nomico. Economia Le potenzialità economiche del Sudafrica sono impressionanti. Tra di esse, una delle principali è il settore minerario che produce il 30% delle entrate totali di valuta straniera. Grazie a esso il Sudafrica è uno dei paesi più ricchi al mondo e le sue compagnie di estrazione sono molto importanti e di notevoli dimensioni (sono pre- senti vasti giacimenti di oro, zinco, uranio, pla- tino, piombo, ferro, argento e miniere di diamanti). Molto importanti sono l’industria chimica, della lavorazione della plastica e l’industria dei mezzi di trasporto. Quest’ultima ha registrato una crescita pressoché continua anche grazie alle società multinazionali dell’automobile at- tratte dagli incentivi del governo di Pretoria. La Fiat, ad esempio, ha avviato nel ’99 la produ- zione in Sudafrica delle sue automobili desti- nate ai mercati emergenti. Un altro settore importante è quello agricolo che ha notevoli potenzialità, data la grande estensione di terreno coltivabile e un clima temperato. I prodotti del Sudafrica stanno ora conquistando i maggiori mercati africani, e non solo. I l Sudafrica si trova all’estremo Sud del conti- nente africano. I primi europei a toccare le coste di questo paese, grande quattro volte l’Italia, furono i portoghesi nel 1487. Da allora se ne servirono come scalo obbligato gli in- glesi, i francesi e gli olandesi diretti verso oriente. I primi che ne rivendicarono il pos- sesso, costruendo una base fortificata, furono i coloni olandesi che arrivarono a Città del Capo nel 1652. Essi cominciarono subito a espro- priare la terra agli indigeni (Boscimani e Otten- totti). Questi coloni, con 200 ugonotti francesi, for- marono la comunità boera, che cercò poi l’indi- pendenza dall’Olanda. Nel 1795 l’Olanda, occupata dalla Francia, chiese aiuto all’Inghilterra, e questa decise di occupare una parte del Sudafrica. Seguirono poi lunghe tensioni e guerre fra boeri e inglesi che si conclusero con la vittoria di questi ultimi. Nel frattempo in Inghilterra avveniva la rivolu- zione industriale e le fabbriche necessitavano di molti minerali: l’Africa del Sud poteva dar- glieli. I coloni, padroni di tutte le miniere, avevano però il problema della manodopera. La popola- zione africana viveva ancora esclusivamente di agricoltura. Il governo locale, composto di soli bianchi, emanò delle leggi fatte apposta per costringere la popolazione a lasciare le terre e andare a lavorare in miniera. Così però i rac- colti diminuirono e le famiglie s’impoverirono. Dall’Asia poi, soprattutto dall’India, arrivarono in cerca di lavoro numerosi immigrati. Agli inizi del XX secolo, i bianchi decisero, sulla base di conquiste militari, di impadronirsi di quasi tutta la terra dei neri. N el 1951 si sancì la divisione dei bianchi dal resto della popolazione, e poi la se- parazione degli africani in gruppi lingui- stici. Nacque così l’apartheid: un’astuta struttura politica che assicurava alla minoranza bianca di avere il dominio su tutto il paese e sulla maggioranza nera. Nel 1991, grazie anche alle pressioni interna- zionali, il governo del Sudafrica si aprì alla for- mazione di un governo di transizione multietnico e nel 1993 fu pubblicata una bozza della Costituzione per l’abolizione di ogni forma di discriminazione. Con le elezioni popo- lari del 1994, il paese iniziò a respirare una Pennellate di Sudafrica © A MC/ Melotto

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