Missioni Consolata - Giugno 2021

ARRIVANO GLI ITALIANI Fu pochi decenni dopo che un italiano, per circostanze del tutto fortuite, inaugurò una fortunata serie di esplorazioni di nostri connazionali in Lapponia che fe- cero conoscere non solo la geo- grafia della regione e le popola- zioni che le abitavano, ma contri- buirono ad importare nuovi in- gredienti per uno sviluppo culi- nario che ancora oggi caratte- rizza la dieta di varie regioni della nostra penisola. La prima di queste tappe fu rac- contata da Cristoforo Fioravante e Niccolò di Michel nel «Viaggio del magnifico messer Piero Qui- rino viniziano, nel quale, partito di Candia con malvagie per po- nente l’anno 1431, incorre in uno orribile e spaventoso naufragio, del quale alla fine con diversi ac- cidenti campato, arriva nella Norvegia e Svezia, regni setten- trionali». Il resoconto tratta delle avven- ture del mercante veneziano Pietro Querini, a bordo della ca- racca Gemma Querina che, invo- lontariamente, a causa di un naufragio raggiunse le isole Lofoten. Partito da Creta il 25 aprile 1431, cinque giorni dopo la morte del figlio, il Querini si diresse alla volta delle Fiandre con un carico di 500 tonnellate di mercanzie e 800 barili di Malvasia. Dopo aver raggiunto Cadice il 2 giugno, dove si dovette fermare per 25 giorni per riparare la nave incagliatasi su uno scoglio, messer Pietro aumentò il suo equipaggio fino a raggiungere le 68 persone per proteggere la sua merce dalle incursioni delle navi della repubblica di Genova, con cui nel frattempo Venezia era entrata in guerra. La Gemma Querina non raggiunse mai le Fiandre: i venti e le burrasche portarono il legno alla deriva, lo squassarono, lo sballottarono e le gelide acque del mare, con la complicità della sete e della fame e del freddo, si presero la vita di 52 marinai. Il 4 gennaio 1432, finalmente, i superstiti riuscirono ad appro- dare non senza fatica su una spiaggia innevata dell’isola di Sandøi «ringraziando il Signor Dio ch’al natural sito nostro n’a- vea condotti, e campati dal soffocarsi nel mare». Poi, «conosciuto con certezza quello esser scoglio deserto, de- liberammo di partirci il secondo giorno, empiendo cinque nostre barile d’acqua ch’usciva dalla neve». Per altre due settimane i naufra- ghi, ridotti ormai a 13 persone «pieni di pedocchi, ch’a pugnate li gettavamo nel fuoco», girova- garono per l’arcipelago riu- scendo alfine a trovare una ca- setta disabitata presso la quale si rifocillarono per diversi giorni. Incontrata una famiglia di pesca- tori, nei giorni seguenti riusci- rono a trasferirsi sull’isola di Røst dove abitava un «frate [tedesco, ndr ] suo cappellano, dell’ordine di San Dominico, e con parlar la- tino dimandò qual fra noi era il padrone: a cui respondendo mi dimostrai per esso». Presso il villaggio di pescatori il gruppo restò per tre mesi e mezzo, dal 5 febbraio al 14 mag- gio 1432. Vi abitavano in tutto 120 persone che «alla Pasqua 72 si communicorono come catolici fidelissimi e devoti». Pietro Quirino descrisse quel luogo dove «non vi nasce alcun frutto» e sul quale, per «tre mesi dell’anno, cioè giugno, luglio e agosto, sempre è giorno né mai tramonta il sole, e ne’ mesi op- De origine et situ Germanorum, descriveva come coloro che «mangiano erba, vestono pelli di animali e dormono sulla terra. Le uniche cose in cui credono sono le frecce fatte di ossa». La corte svedese, che per prima colonizzò quelle lande conten- dendole alla Danimarca e alla Russia, le battezzò Lappa- marken , da lappe, «sempli- ciotto», «fessacchiotto», e marken, «foresta» o «terra di frontiera». I lappe erano i Sami, popolazioni indigene, la cui paci- fica indole e lo stile di vita sem- plice e privo dei fronzoli sociali che caratterizzavano i popoli più meridionali, venivano interpretati come segno di stupidità. In Norvegia la regione era ed è tuttora nota come Finnmark , fo- resta o terra di frontiera abitata dai Finn, nome con cui venivano chiamati gli autoctoni. Forse perché così sperduta, spo- polata e spoglia, della Lapponia le ricche città dell’Europa che si affacciavano sul Mediterraneo non se ne interessarono per se- coli. Solo le città anseatiche mantenevano qualche sporadico rapporto con i villaggi sami com- merciando corna e pelli di renna (la parola nappa è di origine sami). Nel 1369 la peste nera sterminò la popolazione norvegese che si era insediata sulle coste setten- trionali (i Sami, forse a causa della loro alimentazione, non ne furono così colpiti) e i contatti con il resto dell’Europa si diradarono. 23 giugno 2021 MC Il primo a scrivere delle popolazioni nordiche fu Tacito. In alto: una mappa del territorio lappone, diviso tra i vari stati nordici. A sinistra: immagine del l’arcipelago delle isole Lofoten dove trovò rifugio Pietro Querini (1400? 1448) dopo il naufragio della sua nave. * A MC "

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