Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

recente rapporto del dipartimento di Stato Usa afferma però che test a basso livello sarebbero ancora in corso). Tra il 1964 e il 1980 la popola- zione immigrata crebbe molto più di quella ui- gura. Nel 1964 la popolazione dello Xinjiang ammontava a 7,4 milioni di abitanti, di cui 4 mi- lioni Uiguri (54%), 2,4 milioni Han (32,8%) e 271mila Hui (3,6%). Nel 1982 su 13 milioni di abi- tanti, 6 milioni erano Uiguri (45,8%), 5,3 milioni Han (40,4%) e 567mila Hui (4,3%). Il rapporto tornò a invertirsi nel decennio se- guente, quando, nel 1990 la percentuale di popo- lazione di etnia han era scesa al 37,6% (5,7 milioni Han su 15,2 milioni di abitanti) e, vice- versa, quella uigura era salita al 47,5% (7,2 mi- lioni Uiguri). Con l’inizio della nuova industrializ- zazione dello Xinjiang che coincise con il passaggio dal XX al XXI secolo, la politica di rein- sediamento voluta da Pechino riportò il rapporto Han e Uiguri ai livelli degli anni Ottanta rima- nendo così stabile sino ad oggi. Nel 2018 su 24,9 milioni di abitanti, il 46,4% erano Uiguri, il 39% Han e il 4,54% Hui, e il tasso di crescita demografica dovuta alla natalità era calato dal 10,71‰del 2010 al 6,13‰ (contro un tasso nazionale del 3,81‰). In particolare, la na- talità degli Uiguri nel 2018 era pari al 10,69‰ contro il 9,42‰degli Han. I soli numeri però non bastano per descrivere l’enorme differenziazione territoriale rappresen- tata nello Xinjiang. La regione è etnicamente spaccata in aree nelle quali vivono precisi gruppi di popolazioni. Se gli Han sono concentrati prin- cipalmente nelle zone che fanno capo a Urumqi, la città più grande e capoluogo della regione dello Xinjiang, gli Uiguri si disperdono attorno alla città meridionale di Kashgar, loro capitale storica e culturale, e a Hotan e Aksu. Più a Nord, al confine con il Kazakhstan nei distretti di Altay e Tacheng troviamo i Kazaki, mentre gli Hui vi- vono nel distretto di Ili e mischiati agli Han. Sono divisioni che rispecchiano gli stanziamenti ancestrali, fissati ancora prima dell’arrivo dei Qing, e che generalmente non seguono un dise- gno geopolitico storicamente determinato o una precisa volontà di segregazione economica. Anzi, è esattamente l’opposto: è lo sviluppo econo- mico dello Xinjiang che si è modellato sulla base della dispersione etnica. La costosa strada del nucleare Lo Xinjiang è la provincia più povera della Re- pubblica popolare e, fino alla fine degli anni Ot- tanta, anche tra quelle che ricevevano meno sovvenzionamenti statali. Pechino la considerava solo un ottimo cuscinetto per ammorbidire le Cina e Xinjiang A sinistra: la moschea Id Kah, a Kashgar. | Sopra: due donne velate davanti al quartiere uiguro di Kashgar in fase di demolizione per lasciare posto a nuovi complessi residenziali di stampo cinese. | Qui sotto: fedeli islamici nella moschea Altyn, a Yarkand, città oasi che prende il nome dall’omonimo fiume, affluente del Tarim. 41

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