Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

L O X INJIANG ● D ivisione amministrativa : regione autonoma dello Xinjiang. ● s uperficie : 1,66 milioni km 2 , con un’estesa parte desertica (deserto del taklamakan). ● a bitanti : 24,5 milioni. ● G ruppi etnici (2018): uiguri (46,4%), Han (39%), Kazaki (6,5%), Hui (4,5%), altri (tagiki, Kirghizi, russi, mongoli; 2,67%). ● s eGretario p cc locale : chen Quanguo. ● c ittà principali : Ürümqi (capitale), Kashgar. ● r eliGione principale : islam (63%), praticata dagli uiguri e dagli Hui. ● e conomia : agricoltura e allevamento, industria estrattiva (gas, petrolio, carbone, berillio, mica); produzione di energia solare, eolica e idroelettrica. ● s iti web : www.globaltimes.cn ; www.uyghurcongress.org ; https://uhrp.org . della legge; patriottismo, dedizione al lavoro, af- fidabilità e amicizia al fine di coltivare e mettere in pratica i valori fondamentali del socialismo. Prosperità, democrazia, civiltà e armonia sono i valori richiesti allo stato; libertà, uguaglianza, giustizia e governo della legge sono i valori ri- chiesti alla società; patriottismo, dedizione al la- voro, affidabilità e amicizia sono i valori richiesti al cittadino». La risposta alle rivolte centrifughe Quelle parole invocavano maggiore unità dei ci- nesi a tutti i livelli (e, al tempo stesso, una mag- giore responsabilità dello stato), ma anche la consapevolezza che, in un paese così diversifi- cato, multiculturale e multireligioso come la Cina, occorreva sacrificare parte della propria libertà per progredire nel campo economico e sociale. Non era un concetto nuovo: la socializzazione e la cooperazione collettiva sono alla base dei va- lori asiatici, ma la volontà di de- mocrazia, di benessere individuale, di edonismo portata dalle aperture politiche avvenute sin dagli anni Ottanta, ave- vano sfaldato parte di queste fondamenta e rischiavano di privare il gigante cinese delle so- lide basi su cui era stata costruita la nazione dopo l’avvento di Mao Zedong. Da qui alle repressioni delle rivolte centrifughe nelle aree più delicate, come il Tibet, la Mongolia interna e Hong Kong, il passo è breve. Tra tutte queste richieste di maggiore autonomia o addirit- tura di indipendenza, e il loro conseguente soffocamento, quella dello Xinjiang è la meno conosciuta al di fuori della Cina per i non addetti ai lavori. La storia che lega Hong Kong all’Occidente ha permesso ai media di cavalcare l’onda delle proteste, mentre la grande diffusione di pratiche legate al buddhismo e la fortuna della figura del Dalai Lama hanno permesso di mante- nere vive le manifestazioni a favore del popolo tibetano. La stessa attenzione non è stata con- cessa agli Uiguri, la cui lotta non appassiona gli animi di chi accusa Pechino di ledere i diritti umani e di opprimere le istanze autonomiste di interi popoli. Piergiorgio Pescali tica verso la cabina di comando, potrebbe inter- rompere il flusso di carburante o il giusto equili- brio dei vari elementi, e deviare il missile cinese dalla propria traiettoria rischiandone la distru- zione. In un discorso chiave tenuto all’Università di Pe- chino il 4 maggio 2014, il presidente cinese affer- mava che «i valori fondamentali che la nostra nazione e il nostro stato devono difendere sono quelli di prosperità, democrazia, civiltà e armo- nia; libertà, uguaglianza, giustizia e governo Cina e Xinjiang 37 gennaio-febbraio 2021

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