Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2021

A sinistra: conversazione tra uomini al mercato degli animali di Hotan, città agricola nel bacino idrografico del Tarim, in gran parte occupato dal deserto di Taklamakan. LE SCELTE DI PECHINO Unità e armonia: lo stato viene prima N ell’ottobre 2012 il New York Times pubblicò un articolo che rendeva noti documenti fuoriusciti dal Par- tito comunista cinese in cui si de- nunciava che la famiglia del primo ministro Wen Jiabao e il premier stesso avevano accumulato un’immensa fortuna pari a 2,7 mi- liardi di dollari. Wen Jiabao avrebbe dovuto la- sciare la carica di primo ministro il marzo successivo (2013), quindi la fuga di documenti sembrava poco significativa. In realtà questo scoop funzionò da volano a un emergente Xi Jin- ping per fare piazza pulita di una classe politica cinese che, sin dal IV Plenum del XI Congresso del Pcc del settembre 1979, stava lasciando sem- pre più spazio ai privati. Un mese dopo lo scoop del New York Times , Xi Jinping venne nominato segretario del Partito co- munista cinese, presidente della Commissione militare centrale e, nel marzo 2013, presidente della nazione, ruoli che occupa tuttora. La Cina di Xi Jinping In sette anni Xi Jinping ha stravolto la Cina ripro- ponendo una nazione al centro dell’economia mondiale, ha lanciato Pechino verso una con- trapposizione militare nel settore dell’Oceano Pacifico e ha realizzato con successo ciò che Mao Zedong aveva iniziato negli anni Sessanta: diven- tare, specialmente per le nazioni asiatiche, un polo d’attrazione alternativo sia agli Stati Uniti che alla Russia. Tutto questo è stato possibile concentrando su un unico nucleo il fulcro decisionale del paese. Comunque la si voglia guardare, Xi ha mosso, al- meno sino a oggi, con sapienza e cinismo i propri pezzi sulla scacchiera geopolitica mondiale. Il pensiero di Xi Jinping, ufficializzato dal 19° Con- gresso del partito nel settembre 2017, ha elevato il presidente cinese a nuovo timoniere. Non un nuovo Mao, come spesso lo si preferisce definire, ma una nuova guida che miscela con attenzione il totalitarismo maoista con l’iniezione di liberi- smo economico introdotta da Deng Xiaoping. Carburando con cura le due idee, diluendole con mirati interventi economici statali, il razzo cinese lanciato da Xi è riuscito a decollare superando anche le prove più critiche che si sono via via frapposte: il programma nucleare nordcoreano, la crisi con gli Stati Uniti e, ultima in ordine cro- nologico, il coronavirus. Per permettere la gestione ottimale della spinta economica e politica cinese al di fuori dell’orbita nazionale, occorre in primo luogo che tutto il paese cooperi all’unisono per gli stessi obiettivi e sotto un’unica direzione. Ogni tentativo di deriva nazionalista, di autonomia più accentuata, di cri- ssier 36 gennaio-febbraio 2021 Il paese deve muoversi all’unisono e sotto la stessa direzione. Gli obiettivi da perseguire sono gli stessi ovun- que. Per questo non sono ammissibili spinte separatiste come ad Hong Kong, in Tibet e nello Xinjiang. di PIERGIORGIO PESCALI

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