Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

in una situazione allarmante, se non critica, con necessità di rico- vero in terapia intensiva e di ventilazione meccanica. L’ele- vata contagiosità del coronavi- rus ha portato nel giro di un mese o poco più al collasso delle strutture sanitarie in di- verse città del Nord Italia, tra cui Bergamo e Brescia, e il numero dei deceduti è stato così elevato da rendersi necessario il tra- sporto delle bare in altre città per la cremazione con mezzi dell’esercito. In molte famiglie è scomparsa al- meno una persona, se non di più. E solo dopo due mesi dall’i- nizio della pandemia, a seguito di indagini della magistratura, in tutta Italia è emerso chiaramente che, nelle case di riposo per an- ziani e nelle Rsa (Residenze sa- nitarie assistenziali), il numero degli ospiti e degli operatori sa- nitari positivi al coronavirus è stato elevatissimo. Secondo le stime dell’Iss (Istituto superiore di sanità), le morti per Covid nelle Rsa sono state tra 9mila e 10mila, ma il dato è approssi- mato per difetto, non essendo stato fatto il tampone a tutti. Pe- raltro lo stesso scenario si è pre- 63 agosto-settembre 2020 MC serci una recrudescenza dei contagi, come è già avvenuto a Singapore per la Covid e come avvenne a San Francisco (Stati Uniti) nel 1918 per la spagnola. Eppure una ripartenza è neces- saria, perché mesi di sosta for- zata hanno portato a un tracollo economico in diversi settori. Molte persone sono finite in cassa integrazione e qualcuno ha perso il posto di lavoro. Pur- troppo, c’è chi si è già suicidato e molti sono coloro che sono di- ventati vulnerabili sotto il profilo psicologico. Inoltre, è necessa- rio tornare quanto prima alle le- zioni scolastiche e universitarie in presenza, perché le lezioni a distanza hanno portato ad acuire la disparità tra studenti con più risorse e quelli con meno (non solo con riferimento al digital divide , cioè alla mag- giore o minore disponibilità di mezzi informatici). LA STRAGE DEGLI ANZIANI Quello che è stato chiaro fin dall’inizio della pandemia è che la Covid-19, nelle persone alta- mente suscettibili, è così aggres- siva da portare nel giro di una settimana o poco più il paziente sentato in tutta Europa: una strage di anziani. Inoltre, nella sola Italia sono morti sul campo 163 medici, 40 infermieri, 24 operatori socio sanitari e 14 far- macisti. E a loro si aggiungono 121 sacerdoti. FARMACI E VACCINI A livello di prevenzione della Covid-19, sono allo studio di- versi tipi di vaccini (preparati con virus attenuati o con parti di virus), ma nella migliore delle ipotesi ci vorranno non meno di 18 mesi prima di arrivare ad un vaccino, sempre che sia possi- bile realizzarne uno veramente efficace. Il fatto che, dopo 17 anni, non ci sia ancora una vac- cino per la Sars del 2003, non è un buon segnale. Per quanto riguarda le cure, an- che in questo caso non ne esi- ste una specifica per la Covid- 19. In alcuni ospedali stanno uti- lizzando con discreti risultati dei cocktail di farmaci antivirali già utilizzati nella cura di altre gravi malattie come l’Ebola. In alcuni casi in fase precoce sembra fun- zionare l’idrossiclorochina, un farmaco antimalarico , anche se c’è ancora disaccordo tra i vari P er quanto riguarda i controlli sanitari, il test più utilizzato è quello del tampone naso-faringeo, che permette una prima analisi della presenza del virus mediante tecnica Pcr ( Polimerase chain reaction ) per l’identifica- zione dell’Rna virale. Un test più accurato è quello della raccolta di campioni biologici dalle basse vie respiratorie (espettorato, aspirato en- dotracheale, lavaggio bronco-alveolare). Per mo- nitorare la presenza del virus nei vari distretti corporei si effettua la raccolta di campioni biolo- gici aggiuntivi quali sangue, urine e feci. L’ana- lisi del siero consente - inoltre - di valutare la quantità di anticorpi per il Sars-CoV-2 e grazie ad essa è possibile osservare l’innalzamento dei valori di immunoglobuline M (IgM, indicanti un’infezione allo stato iniziale) e di immunoglo- buline G (IgG, infezione in stato avanzato). Oltre al prelievo rapido di una goccia di sangue me- diante il pungidito, metodo che dà un risultato istantaneo, ma non sempre attendibile, attual- mente la raccolta del siero viene effettuata con prelievo di sangue in vena e l’analisi viene con- dotta con metodo Elisa, i cui risultati sono più attendibili, soprattutto perché alcuni kit diagno- stici testano gli anticorpi diretti contro la pro- teina spike (dominio S1), la regione più specifica e meno conservata del coronavirus della Covid- 19. Altri kit individuano gli anticorpi contro la proteina N del nucleocapside del virus, una pro- teina più duratura e comune anche ad altri coro- navirus, che infettano comunemente l’uomo (come quello del raffreddore), quindi sono possi- bili delle cross-reattività che danno dei falsi po- sitivi. Per ottenere un risultato il più possibile attendibile, in alcuni laboratori hanno iniziato a testare non solo le IgM e le IgG, ma anche le IgA, gli anticorpi presenti nelle secrezioni, che hanno un ruolo fondamentale nel creare una prima ri- sposta immunitaria al virus a livello delle mu- cose, tra cui quella dell’apparato respiratorio. ( RNT ) I test Alla ricerca di anticorpi MC R

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