Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

VITA DI FAVELA (CON O SENZA VIRUS) BRASILE MC A padine). Quando due aquiloni arrivano allo scontro, succede che uno venga tagliato dal filo rivale ed eliminato. È un gioco illegale perché po- tenzialmente pericoloso. Il filo trasparente, soprattutto per chi passa in moto o in bicicletta, può provocare ferite. Inoltre, molto spesso cavi della luce o li- nee internet vengono recisi. Tuttavia, quando entra in favela, la polizia ha cose ben più gravi da risolvere. Nel complesso urbano di Belém, capitale dello stato del Parà nel Nord Est brasiliano, questo gioco costa al municipio ogni anno diverse riparazioni di fili elettrici troncati. Oggi però non è tanto il problema del gioco degli aquiloni a preoccu- pare il municipio, quanto l’as- sembramento di bambini lungo le strade periferiche. La pandemia legata al Covid-19 è entrata nelle vite del popolo brasiliano. E tristemente le zone più colpite sono le aree subur- bane delle grandi città come B elém. Il cielo nuvo- loso oggi è il campo dove aquiloni colorati lottano tra di loro. Tra- pezi che sfrecciano con i loro stemmi di Batman, Su- perman o altri personaggi legati alla fantasia dei più piccoli. Que- sta è la guerra aerea dei bam- bini della favela che, con i loro fili di nylon tesi, si scontrano nel cielo con gli aquiloni rivali. In realtà è un gioco considerato illegale: i fili di nylon che ten- gono legati gli aquiloni colorati vengono infatti cosparsi di mi- nuscoli frammenti di vetro (in genere si usano quelli delle lam- Nella favela chiamata Che Guevara vivono circa 30mila persone. In condizioni abitative, igieniche e sociali difficili. Oggi peggiorate a causa dell’arrivo del nuovo coronavirus. Testo e foto di GIANLUCA UDA Reportage dalla periferia di Belém Sotto: una mamma con i suoi quattro figli; il marito della donna lavora come taglialegna in Amazzonia, un lavoro considerato illegale; l’uomo rientra a casa ogni sei mesi circa. *

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