Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

5 agosto-settembre 2020 MC A cura del Direttore MC R Noi e voi LETTORI E MISSIONARI IN DIALOGO estrapolate dal contesto, ma la lettura del dossier mi ha istillato dei dubbi. Ringrazio per la cortese atten- zione e invio cordiali saluti Mariagiulia 05/06/2020 Gentile Mariagiulia, le sue osservazioni meriterebbe- ro una risposta più esaustiva di quella che possa darle qui. Mi permetto di chiarire alcuni punti. P ROSELITISMO Nel suo significato letterale di cercare e formare seguaci di una religione (o anche di ideologie, movimenti, ecc), il termine può sembrare bello e neutrale. Ma nel contesto del linguaggio della Chiesa di oggi, è inteso come un’azione intensa per avere con- vertiti a tutti i costi, un’azione mossa dall’ossessione del nume- ro, del prestigio, del successo «dell’impresa», dimenticando che il cammino di ognuno è per- sonale, e che la vera conversione la opera solo lo Spirito, come e quando vuole Lui. Il missionario, il testimone deve solo agire co- me il suo Maestro, anche «insi- stendo a tempo e fuor di tempo», ma nel rispetto assoluto dei tem- pi di Dio e della libertà di ognu- no. L’Amore non può essere un obbligo, ma solo un dono. S ALVEZZA FUORI DELLA C HIESA Gesù è venuto perché tutti sia- no salvati, giungano alla cono- scenza della Verità e partecipino alla Vita divina nel «banchetto» finale del Regno di Dio. La Chie- sa, comunità dei credenti e di- scepoli di Gesù, è al servizio di questo progetto universale di salvezza, per aiutare tutti gli uo- mini a conoscere e amare Dio co- me rivelato da Gesù. Il punto non è dire che «tutte le religioni si e- quivalgono», ma che in ogni reli- gione c’è già una rivelazione fon- damentale di Dio e, per chi non conosce Gesù, quella è la strada per vivere il progetto di Dio sul- l’uomo. Il progetto di salvezza di ANTROPOLOGI E MISSIONARI Cara Missioni Consolata, il dossier: «Antropologi e missio- nari» pubblicato sul numero della rivista di Maggio 2020, ha susci- tato in me qualche perplessità nel leggere per esempio a pa- gina 35 le parole di papa France- sco riportate da Moiola: «Noi non facciamo proselitismo » e ancora nel messaggio rivolto ai cattolici cinesi: «devono promuovere il Vangelo, ma senza fare proseliti- smo». Forse che l’annuncio del Van- gelo non ha lo scopo di fare nuovi seguaci di Cristo? Inoltre, a pagina 37, Raspo scrive: «Poi è arrivato il Concilio Vaticano II, il quale ci ha spiegato che ci si può salvare anche fuori dalla Chiesa». Se ciò significa che basta es- sere battezzati e poi si può vi- vere il Vangelo in solitaria può anche essere. Per me sarebbe molto difficile, io ho bisogno dei Sacramenti che posso ottenere solo all’interno della Chiesa. Ma se si vuol dire che tutte le reli- gioni si equivalgono allora ho forti dubbi, mal si concilierebbe tale affermazione con le parole di Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14, 1-6). Mi pare che papa Benedetto XVI a Ratisbona ribadisse ferma- mente il primato del Cristiane- simo e perciò fu attaccato dura- mente al di fuori e anche dentro la Chiesa. Se poi l’infinita misericordia di Dio permetterà a tutti di salvarsi, dipenderà solo ed esclusiva- mente da Lui, ma non penso si possa affermare. Forse ho capito male io frasi Dio non è cominciato solo con la venuta storica di Gesù nel mon- do, ma nel momento stesso in cui ha creato l’uomo. Per questo ogni uomo ha in sè la capacità di ascoltare Dio e vivere una vita bella che dia gloria a Lui, essen- do fatto a «sua immagine e somi- glianza». L’annuncio del Vangelo si inse- risce nella vita e nella cultura di ognuno come liberazione da tut- to quello che impedisce di cono- scere davvero il volto di Dio e la rivelazione dell’Amore infinito del Padre in Gesù incarnato, cro- cifisso e risorto. È anche la nasci- ta di un popolo nuovo che cam- mina verso il Regno con Gesù «Via, verità e Vita». P RIMATO DEL C RISTIANESIMO La lectio magistralis di papa Benedetto XVI a Ratisbona, ha suscitato reazioni tumultuose nell’Islam e in altri ambienti. Ma dire che ha ribadito il «primato del Cristianesimo» sulle altre reli- gioni, non mi sembra del tutto corretto. Credo piuttosto che la lezione del papa abbia sottoli- neato le caratteristiche uniche e peculiari del Cristianesimo, sen- za con questo voler diminuire l’importanza delle altre religioni, che sono comunque vie di incon- tro con Dio per almeno sette per- sone su dieci in tutto il mondo. E non mi pare coerente con quello che conosciamo e crediamo di Gesù Cristo, pensare che Dio sal- vi una sola parte dell’umanità. Come missionari siamo piena- mente coscienti di essere man- dati da Gesù come itineranti e pellegrini in questo mondo per testimoniare con azioni di amore gratuito e con l’annuncio della sua Parola che Lui è «il Signore» di tutto e di tutti, e che il suo Van- gelo è una forza che trasforma la nostra vita già qui ora, in questo mondo. Ma senza l’ansia dei nu- meri e del successo, perché è lo Spirito di Dio che converte i cuo- ri, ed è come il vento «che soffia quando e dove vuole».

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