Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

numerose criticità del tessuto so- ciale ed economico locale. I fili conduttori sono due: da un lato lo spopolamento che porta alla chiusura delle poche e pic- cole attività commerciali pre- senti, dall’altro gli effetti negativi dei flussi turistici che hanno una fisionomia ciclica molto marcata. Il centro storico di San Leo, in- fatti, grazie alla millenaria for- tezza che lo sovrasta e che costi- tuisce il quinto monumento più visitato di tutta la regione Emilia- Romagna con oltre 71mila visita- tori all’anno, subisce un turismo «mordi e fuggi», con flussi elevati alternati a periodi di bassa sta- gione con presenze minime che scompaiono quasi completa- mente nel periodo invernale. VOCI DI SPERANZE Alla prima riunione organizzata per parlare del futuro del forno, e quindi del paese, per rispetto al fornaio, tutti ne parlano sotto- voce: una domanda di troppo sa- rebbe imbarazzante. Però gli oc- chi sono desiderosi e le mani pronte a rimpastare speranze. «Abito qui, sono curiosa di capire cos’è la cooperazione di comu- nità», ci dice una cittadina. Un giovane aggiunge: «Produco grani antichi e farro, vado piano perché sono da solo». Di fronte al timido approccio dei leontini, noi pensiamo che spesso si ha timore a dire cosa si spera davvero per il futuro, so- prattutto se l’attesa nasce dall’in- timo e chiede agli altri una con- divisione. E che, in fondo, quello che i sogni chiedono, è sempli- cemente di credere in loro e di farne un cammino comune. Una giovane mamma racconta che per amore della sua famiglia ha lasciato il lavoro in città, e vor- rebbe dare una mano a San Leo, perché lì sono le sue radici, lì batte il suo cuore. C’è un pensionato che è tornato a San Leo e dedica il suo tempo a curare i luoghi di tutti, per cu- rare se stesso, e sa che se ri- mane da solo, né lui, né il paese potranno resistere a lungo. C’è un giovane professionista che vorrebbe tornare da Milano alla sua terra nativa, e la mamma molto impegnativo. Se lavori con la fretta le cose vengono male!». La storia del toscano di San Leo sta tutta in queste parole. Una storia che rischiava di terminare, ma che oggi è ancora aperta: il cartello «chiuso per ferie» è stato simbolicamente riscritto dagli abitanti di San Leo con le parole «torno subito». Dopo un anno di vita, l’impatto della cooperativa sul territorio è positivo, non solo per il buon pane, ma soprattutto per il senso di comunità che ha contribuito a far crescere. Si pensi ad esem- pio all’aiuto offerto ai leontini du- rante l’emergenza coronavirus, attivando, tra le altre cose, un servizio di «spesa e farmaci a do- micilio», assicurando capillare at- tenzione a tutti. IL PERCORSO Il percorso per la costituzione della cooperativa di comunità a San Leo inizia quando, nell’au- tunno del 2018, Confcooperative Ravenna-Rimini, insieme all’as- sociazione Figli del Mondo e all’acceleratore di start up Primo Miglio, organizzano una serie di incontri informativi sulle coop di comunità in diversi comuni della Valmarecchia, tra cui San Leo. Il forno storico del paese ha ap- pena chiuso. Durante i cinque in- contri organizzati in paese, an- che grazie all’amministrazione comunale, i leontini, aiutati da Giovanni Teneggi di Confcoope- rative, comprendono le poten- zialità della proposta e iniziano a mettere sul piatto sogni e pro- getti a favore dell’intera popola- zione della zona. Durante gli incontri emergono le * ITALIA " I sogni chiedono di credere in loro e di farne un cammino comune. 20 MC © Fer-Menti Leontine © Fer-Menti Leontine

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