Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2020

Reportage da Nassiriya, nell’anno delle proteste LA RIVOLTA E LA SPERANZA IRAQ MC A non c’è violenza. Sarà con la violenza però che li fermeranno. Qui, nel deserto di Ur, non c’è spazio per nulla che non sia si- lenzio. È un mondo altro, lon- tano da tutto, dove sembra che il tempo si sia fermato. Ed è qui che incontriamo Daeef, l’anziano guardiano della Ziggu- rat. Daeef ci fa da guida e ci spiega, in un perfetto inglese, la simbo- logia di questo straordinario monumento. Ci racconta degli archeologi arrivati da ogni parte del mondo per scavare e rive- lare qualcosa di tanto prezioso. Daeef ha visto tutto, ha assistito a ogni momento. Ecco perché oggi parla perfettamente tre lin- gue e una la sta imparando: in- glese, giapponese, italiano e un po’ di tedesco, oltre alla sua lin- gua madre ovviamente, l’arabo. Quest'uomo, vivendoci proprio di fronte, vede la Ziggurat come prima cosa quando apre gli oc- chi al mattino e come ultima prima di dormire. Lui, che da sempre vive nel deserto occu- pandosi dei suoi animali (qual- che gallina, due o tre pecore), oggi ha un nuovo compito che adempie con orgoglio e amore. Indossa una camicia e una giacca, pantaloni eleganti e cammina con la grazia propria di chi sa come porre un piede davanti all’altro anche quando la sabbia pesa nelle scarpe e fa affondare. È facile, ascoltando la sua voce, trovarsi immersi in un passato maestoso, qui fra i fiumi Tigri e Eufrate, in quella che fu la Mez- zaluna fertile. I GIORNI DELLA RIVOLTA Eppure, nelle città infuria la ri- volta. Quando torniamo verso Nassi- riya ci imbattiamo in diversi po- sti di blocco: carri armati, militari, mitra. La tensione è palpabile. Ci fermano almeno cinque volte, ci controllano i documenti, te- lefonano a qualcuno per verifi- care chi siamo, dove stiamo an- dando e perché siamo in Iraq. Quando finalmente passiamo il ponte di Al Zaitoon, collega- mento fra il deserto e la città, vediamo sventolare uno stri- scione. È dedicato ad Ahmed, 21 anni e una colpa: quella di es- sersi inginocchiato ad aiutare uno dei ragazzi feriti durante una manifestazione pacifica P oco distante da Nassi- riya, a soli 20 km dalla città, in mezzo al de- serto iracheno, sorge la Ziggurat di Ur. Monumento risalente al III mil- lennio a.C. nel 2016 è stato di- chiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. È in- fatti un luogo rappresentativo dell’antica civiltà sumera. Svetta, la Ziggurat, si innalza su tre piani e, dall’alto, domina il deserto. IL GUARDIANO Siamo fra Baghdad e Bassora, a inizio novembre 2019, e da po- chi giorni, nelle città e nei vil- laggi vicini, infuria la rivolta. I giovani iracheni hanno fame di democrazia. Camminando per Nassiriya, ab- biamo sentito cantare «Bella ciao» da ragazze e ragazzi, donne e bambini che ricono- scono, in quel canto, un segno di ribellione. Camminavano a te- sta alta e sventolano bandiere, Nel novembre 2019 manifestanti pacifici inva- dono le piazze per protestare contro un governo poco democratico. Sono donne e uomini di tutte le età ed estrazioni sociali. Ma la repressione è violenta e le vittime sono a tre cifre. Oggi c’è una calma apparente, ma i giovani non desistono. Testi e foto di VALENTINA TAMBORRA 10 agosto-settembre 2020 MC

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