Missioni Consolata - Giugno 2020

diventando un reietto. Diffuse sono le campagne di sensibiliz- zazione promosse da équipe medico sanitarie con l’aiuto di Ong come Emergenza Sorrisi. Nei villaggi tentano di diffon- dere una conoscenza che porti a un nuovo approccio verso i problemi sanitari. Qui bisogna agire sull’aspetto socio culturale del problema. La chirurgia infatti può annullare al- cune malformazioni, diminuire difetti fisici, ma alla base c’è la necessità di spiegare alle per- sone la vera origine di queste problematiche. Una storia simile per alcuni aspetti, anche se meno dram- matica, è quella di Didier. Un bimbo di appena 10 anni co- stretto a studiare a casa, lon- tano dagli altri bimbi, a causa di una malformazione al braccio. Didier si è procurato un libro di inglese e uno di spagnolo e ora, oltre alla sua lingua madre e al francese, parla altre due lingue. Dopo l’operazione Didier potrà tornare a scuola, non sarà più esiliato. La realtà del Benin ad oggi è impietosa con chi pre- senti un «difetto fisico». L’OPERAZIONE MIRACLE Esiste ovviamente un protocollo severo da seguire quando si opera. La sala chirurgica deve essere sterile, il personale sani- tario usa guanti, mascherine, ca- mici: la preparazione a un inter- vento è la medesima nella prima clinica di lusso o nel paese più povero del mondo. Vista da fuori, la preparazione è un atto preciso che non lascia spazio al sentimento, all’emo- zione. Quando la piccola Miracle viene portata in sala operatoria tutto si ferma per un attimo: uno degli anestesisti si passa una mano sulla fronte, un’infermiera fa il segno della croce. E uno dei chirurghi che sta per sciogliere il nodo di un nastro che lega al pannolino una piccola conchi- glia, ferma per un momento la mano: «È un portafortuna, ha un’energia importante. Lo to- glierò io». E sembra un piccolo gesto quello che compie questo chi- rurgo anziano, con anni di espe- rienza, migliaia di operazioni alle spalle, eppure con un’atten- zione all’essere umano e alle sue necessità sempre viva. Esiste un protocollo, e deve es- sere seguito. Ma in sala opera- toria si può, anzi talvolta si deve, dar spazio all’emozione. LE SPOSE BAMBINE In questo paese è purtroppo an- cora fortemente presente la realtà delle spose bambine. Bimbe e adolescenti vengono promesse in sposa a uomini molto più anziani, dovendo così rinunciare alla propria infanzia, all’educazione scolastica e vi- vendo in una realtà di abuso. La ragione è socio culturale e ancora una volta strettamente connessa alla povertà e alla conseguente mortalità. Se è vero che l’età media è 45 anni, e che il tasso di mortalità infantile è elevatissimo, è dun- que «ricercata» una ragazza gio- vane e fertile che possa garan- tire una progenie. I bambini in Benin sono l’anello debole e più sottoposto a ves- sazioni. * BENIN 12 giugno 2020 MC " È un portafortuna. Ha un’energia importante. Lo tolglierò io.

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