Missioni Consolata - Maggio 2020
tusiasmato: per il paese e per la sua gente cordiale, allegra e fe- lice, nonostante la violenza che viveva in quegli anni. Studiavo e seguivo la pastorale. Il primo anno l’ho fatto nei quar- tieri popolari di Bogotá: un’espe- rienza straordinaria con i tanti colombiani che arrivavano in ca- pitale da tutto il paese con il so- gno di migliorare la propria vita. In seguito mi sono inserito nel- l’animazione missionaria e nel- l’accompagnamento del laicato missionario. Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sono importanti i laici nella missione. In tre anni, abbiamo inviato un- dici laici missionari, soprattutto nel vicariato apostolico di San Vicente del Caguán - Puerto Le- guizamo. Quando nel 1991 sono stato chiamato in Italia, ho organiz- zato diverse esperienze missio- « S ono nato a Cesena il 20 maggio 1963, secondo di quattro fratelli: Tarcisio, il maggiore, io, Gabriele, nato dopo di me, oggi missionario della Consolata in Mozambico, e Giovanna, la più giovane, che vive con mia mamma già molto anziana. Sono cresciuto a Gambettola (FC) dove ancora oggi c’è una casa Imc che negli anni Settanta era seminario. Avevo 11 anni quando padre Vittorio Gatti, che aveva lavorato nell’Amazzonia brasiliana, ci raccontava le sue avventure. Lo faceva con tanto entusiasmo che io e mio fratello Tarcisio gli abbiamo chiesto: “Come si fa a essere missiona- rio?”. Lui ci ha risposto: “Venite e vedete”, e noi siamo andati. L’anno seguente è entrato an- che Gabriele. © Af MC 76 amico maggio 2020 MC I missionari della Consolata mi sono sempre piaciuti per la loro vita comunitaria vissuta nello spirito di famiglia, la lotta contro l’ingiustizia, il loro modo di an- nunciare Gesù Cristo e il suo messaggio di speranza, per l’a- more a Maria, lo studio della Pa- rola, l’attenzione ai poveri, l’in- ternazionalità e l’interculturalità delle loro comunità». Entrato in seminario nel 1974, ti sei spostato a Torino nel 1982 per la filosofia e il postu- lato e a Vittorio Veneto per il noviziato. Nel 1986 sei partito per la Colombia. Ci racconti le tappe della tua missione? «Sono partito per la Colombia con molta emozione e timore. Era la mia prima esperienza in un’altra cultura, un’altra lingua. All’inizio sono andato in crisi, ma poi, un po’ per volta, mi sono en- Parole di corsa La Parola, unica speranza Padre Angelo Casadei, nato a Cesena nel 1963, missionario in Colombia, poi in Italia, e dal 2005 di nuovo in Colombia, ci racconta la sua vita missionaria e le sfide del grande paese latinoamericano. DI LUCA LORUSSO
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