Missioni Consolata - Maggio 2020

«IO SONO» Queste risposte di Giovanni Battista diventano rilevanti se confrontate con i sette «Io sono» di Gesù nel quarto Valgelo: «Io sono il pane di vita» (Gv 6,35.51); «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12; cf. 9,5); «la porta» (Gv 10,7.9); «il buon pastore» (Gv 10,11.14); «la risurrezione e la vita» (Gv 11,25); «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6); «la vera vite» (Gv 15,1.5). L’evangelista offre una serie di qualifiche della persona di Gesù. Tuttavia, esse non sono la de- scrizione della sua identità in as- soluto, ma di quello che egli è in relazione all’uomo: egli è la sor- gente della vita eterna («vite», «vita», «risurrezione»); lo stru- mento attraverso cui gli uomini trovano la vita («via», «porta»); la guida verso la vita («pastore»); egli rivela la verità che nutre la vita («pane»). UNA VOCE PER LA VOCE Il quarto Vangelo narra che dopo le tre risposte negative di Giovanni Battista, gli inviati di Gerusalemme, non contenti, in- sistono perché lui dia una chiara definizione della sua identità, in modo da riferirlo ai signori della capitale. Giovanni non rifiuta, e definisce se stesso in relazione al vero Messia: «Io sono voce che grida nel deserto [...] preparate la via Lui, perché in Lui risiede la pie- nezza della divinità. Se ogni realtà creata è contras- segnata dall’impronta di Cristo, il missionario deve di conse- guenza riferirsi sempre a Lui. GIOVANNI BATTISTA Tutti abbiamo bisogno di modelli che ci insegnino ad avere Cristo come centro della nostra vita: «In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12). Un appropriato modello per il missionario può di certo essere Giovanni Battista: egli si è posto, infatti, al servizio di Gesù in modo incondizionato. Nel Vangelo di Giovanni, il Batti- sta appare per la prima volta nel Prologo (1,6-8.15). Subito dopo, viene raccontato che le autorità di Gerusalemme mandano sa- cerdoti e leviti da lui per interro- garlo. Il Battista non approfitta della sua fama. Tutte le do- mande che gli vengono rivolte hanno lo scopo di chiarire se lui sia Elia, un profeta, o, ancor più, il Messia. E lui risponde senza lasciare dubbi: «Io non sono il Messia» (Gv 1,20). Se mettiamo in fila le risposte del Battista, notiamo che esse sono via via più corte: «Io non sono il Messia»; «io non sono» (Elia); «no» (non è il profeta). Mr George1/fickr com 75 maggio 2020 amico MC del Signore» (Gv 1,23). Giovanni grida al cuore di Geru- salemme che la venuta del Si- gnore è vicina (cf. Is 40,1-10); egli è la sentinella che annuncia l’ap- prossimarsi del mattino dopo una lunga notte di attesa (cf. Is 21,11-12). Si noti che il Battista si definisce «voce», senza articolo. Il greco del Vangelo di Giovanni usa il termine «voce» con l’articolo per Gesù, il quale «è la voce dello sposo» (3,29); « la voce del Figlio dell’uomo» (5,27); «del buon pa- store» (10,3-5.16.27); «di chi rende testimonianza alla verità» (18,37). Giovanni è una voce al servizio della vera voce, che «parla le parole di Dio» (3,34), la voce che, unica, può rivelare il volto del Padre. Va qui notato che la testimo- nianza del Battista è indispensa- bile nel quarto Vangelo, perché il Verbo incarnato non manifesta apertamente la sua natura e la sua divinità. INDICARE GESÙ I sacerdoti e leviti si sono rivolti alla persona sbagliata, devono cercare la vera «voce», la quale è già in circolazione. Infatti il Bat- tista dice: «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete» (1,26). Il suo ruolo è, dunque, di indicarlo e farlo conoscere. Il Battista è cosciente del suo ruolo: accetta di «diminuire» in favore della crescita di Gesù (3,30). Quando lo vede avvici- narsi, dice a due dei suoi disce- poli - Andrea e l’innominato - che quell’uomo è «l’agnello di Dio». È pronto a vedersi «abban- donato» dai suoi in favore del Si- gnore. La testimonianza resa da Gio- vanni genera i primi discepoli di Gesù. Giovanni non si ramma- rica di questo ed esce di scena ritirandosi nel deserto da dove era venuto. Che bello sarebbe per la Chiesa se il missionario fosse, come il Battista, al solo servizio incondi- zionato della «voce». Antonio Magnante AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT

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