Missioni Consolata - Aprile 2020

librarsi mondo e temeva per la pro- pria reputazione? Ci sono state delle conseguenze per Heineken a seguito del libro? «All’inizio Heineken aveva de- ciso di non cooperare con me in alcun modo. In realtà poteva es- sere una buona strategia, per- ché alcuni lettori avrebbero po- tuto pensare che i miei scritti fossero solo una parte della sto- ria, anche se io ho presentato la versione dell’azienda attraverso interviste e documenti interni. Invece per il secondo libro (giunto alla quinta edizione nei Paesi Bassi, nda ), che è stato tradotto in diverse lingue, Hei- neken ha adottato una strategia più “seducente”. Sono stato in- vitato a una cena, la quale sicu- ramente si sarebbe tenuta in un ristorante di lusso di Amster- dam, ma io ho rifiutato, dicendo che avrei preferito prendere un caffè nella loro sede centrale. Il libro ha avuto delle serie con- seguenze per Heineken: una banca olandese ha deciso di di- sinvestire dall’azienda e il Fondo globale contro l’Aids, la tubercolosi e la malaria, che ha il supporto anche della Bill & Melinda Gates foundation, ha sospeso la sua collaborazione». di successo, e sono riuscite a convincere sia i governi che le Ong che siglare delle collabora- zioni con loro per un obiettivo comune sia cruciale per il pro- gresso di quei paesi. Penso che questo sia molto pericoloso. Per fare solo un esempio che ri- guarda Heineken: l’azienda si è impegnata ad acquistare per 10 anni il 60% delle sue materie prime da produttori e agricoltori africani. A livello di pubbliche relazioni è stata un’incredibile storia di successo, e ha per- messo a Heineken di ricevere aiuti sia dal governo tedesco che da quello americano. Ma i progetti agricoli sono falliti, e l’anno scorso Heineken ha com- prato solo il 37% da fornitori lo- cali, cioè meno di quello che ac- quistava all’inizio del progetto. Normalmente nessuno va a con- trollare queste cose, e anche dopo che la storia è stata sma- scherata, l’azienda continua a presentarla come un successo». Perché Heineken ha risposto alla sua inchiesta solo nel 2018, dopo l’uscita della se- conda edizione? Forse per- ché sapeva che il libro sa- rebbe stato pubblicato in vari paesi del riusciti con successo a trasfor- mare le loro birre in uno status symbol . Per esempio lo slogan del marchio Mützig, di proprietà di Heineken, è «il gusto del suc- cesso». Così fa credere agli afri- cani che, bevendo birre occi- dentali, faranno parte di una nuova classe media. La conse- guenza di tutto questo è che molti spendono i loro guadagni comprando birra, invece di pro- dotti più utili». Come lei sottolinea nel libro, è molto difficile giudicare il ruolo che le multinazionali hanno nello sviluppo in Africa. Da una parte creano lavoro, costruiscono infra- strutture, collaborano con le Ong. Dall’altra, invece, sono coinvolte con i governi lo- cali, spesso dittature, e sem- brano sottrarre risorse a questi paesi già in difficoltà. C’è una via d’uscita? «Penso che le aziende, incluse le multinazionali, possono rico- prire un ruolo positivo in Africa. Ma è importante anche guar- darle con occhio critico, senza sottovalutare i loro slogan. Queste aziende cercano il pro- fitto, e non c’è niente di male in questo, ma oggi, sempre più, vogliono convincerci che sono loro la soluzione per un mondo migliore. Vogliono farci credere che sono genuina- mente preoccupate per l’am- biente e per l’umanità. Per chi lavora per queste com- pagnie, può essere vero, ma un’azienda non è la stessa cosa della somma degli individui che ci lavorano. Risponde a delle sue dinamiche interne e, alla fine, si tratta sempre di gene- rare profitti. Quindi penso che i governi e le Ong non dovrebbero collabo- rare con loro, perché il ruolo dei governi e delle Ong è quello di stabilire le regole e di control- lare che le aziende le rispettino. Oggi questo non succede. In particolare nei paesi in via di sviluppo, praticamente non esi- ste un sistema di controllo ed equilibrio. Le multinazionali pagano i me- dia locali perché scrivano storie Qui: la copertina del libro di Olivier van Beemen, Heineken in Africa. La miniera d’oro di una multinazionale europea , Add edizioni, Torino 2020, pp. 336, 16 €. | Un ritratto del giornalista olandese. * © Dingena Mol 82 aprile 2020 MC

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