Missioni Consolata - Aprile 2020

INTRODUZIONE / LEADER INADEGUATI Trump - Khamenei, i due ayatollah L ’ ayatollah Seyyed Ali Khamenei, leader supremo della Repubblica islamica dell’Iran, sostiene che votare è anche un «dovere religioso» (come riferito dalla Islamic republic news agency , Irna, l’agenzia iraniana ufficiale). Un uso stru- mentale della religione è cosa «normale» in una teocrazia. Ancora più «normale» è che i poten- ziali candidati siano costretti a passare attraverso le forche caudine del Consiglio dei guardiani. Con un risultato: i pochi iraniani che lo scorso 21 feb- braio sono andati al voto, hanno trovato sulla scheda soltanto candidati conservatori, essendo stati esclusi prima della competizione elettorale tutti gli altri. A elezioni concluse, la Guida su- prema ha sentenziato che «la religione è la fonte assoluta di una democrazia totale» (Irna, 23 feb- braio). Criticare il regime teocratico iraniano non significa però esaltare automaticamente la con- troparte statunitense, considerata la democrazia per antonomasia. Nel suo pomposo, esagerato ed egocentrico di- scorso sullo «Stato dell’Unione» (lo scorso 4 feb- braio), Donald Trump si è vantato di aver deciso da solo l’operazione che ha portato all’uccisione del generale iraniano Soleimani. Ha poi sottoli- neato che le sanzioni statunitensi stanno met- tendo in ginocchio l’economia iraniana e, non contento, ha aggiunto che forse gli iraniani sono troppo orgogliosi o troppo stupidi per chiedere aiuto. Un aiuto - precisiamo noi - oggi ancora più necessario vista la diffusione nel paese del- l’epidemia da coronavirus. K hamenei è l’ayatollah ufficiale, a capo di un regime teocratico che sottomette i propri cittadini agli interessi di una casta, Trump è un ayatollah honoris causa perché subordina ogni cosa del mondo all’interesse statunitense. Se un tempo gli Stati Uniti erano considerati gli sceriffi del pianeta, oggi si presentano come giu- dici urbi et orbi . L’utilizzo delle sanzioni econo- miche e finanziarie è soltanto uno dei sistemi antidemocratici usati a propria discrezione dal presidente Trump. Antidemocratici perché si ri- percuotono sulle popolazioni, antidemocratici perché colpiscono anche le imprese di paesi terzi (gli alleati europei tra essi) che osino continuare a lavorare con gli stati sanzionati. Ma le similitudini non finiscono qui. Anche Trump come Khamenei usa la religione per i pro- pri fini. Numerosi suoi funzionari hanno dichia- rato che lui «è il prescelto». Rick Perry, già governatore e segretario all’energia, ha affermato in televisione che Trump è stato installato nel- l’Ufficio ovale (della Casa Bianca) da Dio. Per essere consigliato al meglio in materia reli- giosa e raccogliere consensi nell’anno elettorale, lo scorso 31 ottobre il presidente Usa ha assunto nella propria amministrazione Paula White, nota televangelista e commerciante della fede (libri, Cd, collane, ecc.), già pastora di una chiesa evan- gelica della Florida (poi chiusa per fallimento). Una signora che, a gennaio (il 5), ha parlato tra l’altro di «gravidanze sataniche» e «grembi sata- nici» (costretta poi a rettificare). Khamenei e Trump sono due ayatollah che rie- scono addirittura a farci guardare con occhi meno severi i nostri politici. O, per meglio dire, almeno una parte di essi. Paolo Moiola di PAOLO MOIOLA ssier 34 aprile 2020 © Gage Skidmore

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