Missioni Consolata - Dicembre 2019

38 MC DICEMBRE2019 D lora, dato che i Tagliano stavano per andare via, abbiamo propo- sto loro di venire a vivere qui. Ad agosto si sono sposati, e a gen- naio 2017 si sono trasferiti». Nel frattempo anche la famiglia Leombruni ha deciso di andare altrove, e Serena e Claudio hanno iniziato a cercare altre coppie. «In quell’estate del 2016 - interviene Giovanni -, Se- rena e Claudio hanno incrociato noi e Chiara e Ste- fano e ci hanno fatto la proposta. Noi abbiamo iniziato a venire nei week end per vedere e, pian piano, abbiamo capito che la cosa ci interessava». «C’è stato un attimo di défaillance - confessa Se- rena -, non pensavamo che tutti fossero interessati. Gli spazi erano per tre famiglie, non per quattro». «Quindi abbiamo cercato di capire se ci saremmo stati - prosegue Giovanni -. Noi eravamo già sposati e anche Chiara e Stefano, che avevano già Pietro. Quando abbiamo deciso di venire, abbiamo iniziato i lavori qui nella canonica per ricavare un secondo alloggio e, alla fine, abbiamo traslocato durante l’estate 2017. Ovviamente, in tutto questo cammino, siamo stati sempre accompagnati da don Stefano». Questioni pratiche (ed economiche) Dato che si parla di ristrutturazioni e di famiglie che abitano dei luoghi che non sono di loro pro- prietà, chiediamo qualche delucidazione sugli ac- cordi con la parrocchia. «Il nostro alloggio, qui sopra, è fatto di due stanze, il bagno e la cucina - spiega Giovanni -. Questo di Sara e Max ha la cu- cina, due stanzette piccole, la camera da letto e il bagno. Le ristrutturazioni le abbiamo pagate noi dividendoci la spesa. Il contratto è un comodato d’uso gratuito per cinque anni. A nostro carico, oltre alle ristrutturazioni, abbiamo ovviamente le spese vive, le utenze di luce, acqua, gas. Poi, ogni anno, facciamo un’offerta volontaria che corri- sponde all’Imu. È come se fossimo in affitto: la spesa per le ristrutturazioni è più o meno quello che avremmo speso per un affitto di cinque anni». Coppia, famiglia, fraternità, impegno Essendo arrivate le 12, Serena si congeda: aveva già da tempo in programma di andare con i bimbi Storia della fraternità Dal cortile sentiamo arrivare il suono gracchiante di un walkie talkie. È Serena che ci raggiunge con Francesco, di due anni come Iago e Cecilia. I bimbi più grandi, Agnese e Paolo, non volevano venire, e sono rimasti a casa insieme a Chiara, collegati con la mamma tramite la radiolina. La casa è appena al di là del piccolo sagrato della chiesa e di una rampa di scale in discesa tra gli alberi, forse una cinquan- tina di metri, ed è divertente rimanere in contatto così. Mentre Francesco si ferma in cortile con Iago, Cecilia e Max, Serena entra e ci saluta. Serena e suo marito Claudio vivono a San Grato da sette anni, a differenza delle altre tre famiglie che sono arrivate tre anni fa. Chiediamo quindi a lei di raccontarci la storia della fraternità. «I primi a venire a Mongreno nel 2006 sono stati Paolo e Nicoletta Leombruni. San Grato era ancora parrocchia, e don Sebastiano, che aveva ricevuto come lascito testamentario la casetta qui sotto, li ha invitati a viverci perché gli dessero una mano. Loro si occupavano di pastorale famigliare. Quando don Sebastiano è andato in pensione e la canonica è rimasta vuota, Paolo e Nicoletta hanno chiesto a Luca e Arianna Tagliano di venire a vi- verci per fare un’esperienza di fraternità. Era il 2008. Entrambe le famiglie sono rimaste a Mon- greno fino al 2016-17. I Leombruni avevano 4 figli più un affido. I Tagliano tre figli. Noi siamo arrivati nel 2012, dopo due anni di matrimonio, mentre aspettavo Agnese». Quando Serena e Claudio sono arrivati, hanno in- trodotto alcune novità. Una di queste è stata l’aper- tura agli esterni del triduo pasquale fino ad allora vissuto in fraternità. Un triduo «ora et labora», lo chiama lei, cioè un’occasione di preghiera e lavoro per sistemare il verde che cresce rigoglioso attorno alla chiesa. «È stato proprio durante uno di questi tridui, nel 2016, che abbiamo conosciuto Max e Sara. Loro sono rimasti colpiti dall’esperienza, al- © Luca Lorusso © Luca Lorusso

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