Missioni Consolata - Giugno 2019

GIUGNO2019 MC 77 # Giuseppe Allamano con i suoi giovani e ragazzi aspiranti missionari accanto al sacello della Consolata da lui fatto erigere all’inizio della salita che porta al santuario di Sant’Ignazio, nelle valli di Lanzo. ché avevano bussato alla sua porta, si dimo- strò comprensivo e rispose: «Vengo an- ch’io...». E poi si fermò con loro, contava i punti, lodava chi giocava meglio. Quei ra- gazzi avevano soggezione dell’assistente, ma non di lui. Un secondo episodio riguarda una pratica piuttosto singolare. Il direttore di Casa Madre suggerì ai giovani di inginocchiarsi davanti al- l’Allamano per baciargli la mano, in segno di rispetto. Egli se ne accorse subito e, durante una conferenza, ne parlò chiaramente: «Ho un’altra cosa da dirvi. Ho visto che da un po' di tempo mi fate la genuflessione. Ma non vo- glio che mi facciate la genuflessione. Perché io temo che aumentando i segni esterni di ri- spetto, diminuiscano quelli di confidenza. Io preferisco che manteniate la vostra confi- denza a tutti questi segni esterni. No, no, non fatelo. Non la farete neppure quando sarò morto la genuflessione». Un terzo episodio coinvolse i ragazzi del gin- nasio che l’Allamano incontrò mentre sta- vano facendo merenda sotto il portico. Avendo promesso per scherzo che sarebbe venuto a vivere con loro, essi gli chiesero di fermarsi subito. Iniziò un simpatico dialogo: «Ma non mi avete ancora preparato la ca- mera». All’assicurazione dei ragazzi che la ca- mera c’era già: «Ma alla Consolata c'è la Ma- donna che mi aspetta». I ragazzi non cedet- tero e assicurarono che la Consolata c'era an- che qui: «Ma non è quella là». Essi promisero di andare a prenderla e portarla in Casa Ma- dre. L’Allamano, un po' commosso, concluse la conversazione così: «Oh, miei cari, per ve- nire qui, bisogna che rinunzi là… E come vo- lete dopo 40 anni che vi sono? Verrò a tro- varvi più spesso che posso». Salutandoli: «Ci rivedremo ancora». Fu di parola. Concluso con le parole che l’Allamano ri- volse ai giovani al termine di una festicciola di famiglia in occasione del suo onomastico. Di fronte alle numerose lodi che gli furono ri- volte, fece questo semplice commento: «Quello che avete detto di me, ve lo ha detto il vostro buon cuore, e ve ne ringrazio. E quello che non merito questa volta, cercherò di meritarlo un’altra». Padre Francesco Pavese

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