Missioni Consolata - Giugno 2019

che oggi è la più forte e la più strutturata. Su questo cartello non si hanno grandi informazioni e sono in corso ancora investiga- zioni da parte delle polizie inter- nazionali. Operazioni sotto coper- tura stanno cercando di definirne la struttura. Esistono poi una serie di cartelli minori in Ghana e Burkina Faso. La zona di confine tra Burkina Faso e Niger è una zona transfron- taliera strutturata in cui operano a stretto contatto organizzazioni terroristiche e criminali. In alcuni casi, la malavita ha colle- gamenti con organizzazioni poli- tico-militari. «In Afghanistan - continua Dentice - c’è una vasta produzione di oppio che viene poi trasformato in eroina. Gran parte di questo ciclo produttivo è ge- stito dai talebani che poi vendono gli stupefacenti alle organizzazioni criminali che ne gestiscono il traf- fico. Anche in Africa occidentale ci sono complicità con governi de- boli e corrotti». In questo contesto, si inseriscono anche le milizie jihadiste. Le orga- nizzazioni terroristiche entrano nel traffico di stupefacenti in una doppia funzione: come produttori e come gestori del traffico sui ter- ritori da esse controllati. Il caso più emblematico è quello di Mokhtar Belmokhtar, jihadista che nasce come trafficante di si- garette e droga (cocaina e ma- rijuana), gestendo il transito dal- l’Africa occidentale verso l’Africa mediterranea. Quando aderisce al jihadismo militante, non abban- dona la sua vecchia professione dalla quale trae importanti ri- sorse per azioni militari terroristi- che nell’Africa occidentale. Ciò fa il gioco delle organizzazioni crimi- nali locali che sfruttano (pagando una «tassa») i collegamenti con i movimenti jihadisti per poter per- correre impunemente le vie dei traffici ed essere sicuri di avere, lungo queste rotte, l’assistenza logistica dei fondamentalisti isla- mici. «Qualcuno - conclude Den- tice - potrebbe chiedersi: ma ciò non entra in contrasto con la fede islamica? Teoricamente sì, ma il jihadismo ha bisogno di fondi e il traffico di droga è un’ottima fonte di entrate». Enrico Casale minali, poveri disperati che fanno da manovalanza della malavita per procurarsi da vivere. Questa manovalanza è gestita da grandi organizzazioni criminali africane, europee e latinoamericane che collaborano nei vari settori. Il traf- fico di cocaina, per esempio, è ge- stito dalle organizzazioni sudame- ricane. L’eroina che proviene dall’Asia invece è in mano alle ma- fie asiatiche. Quando cocaina ed eroina arrivano in Europa, la pro- tagonista assoluta è la Ndran- gheta calabrese che ne gestisce il commercio fino al dettaglio. La Ndrangheta ha fortissimi legami sia con i cartelli latinoamericani sia con quelli asiatici. La Sacra co- rona unita, invece, gestisce tutto il traffico di marijuana ed eroina sul lato adriatico della nostra peni- sola. Cosa Nostra ha perso un po’ di peso nel traffico di droga, ma ri- mane attiva e ha collegamenti con il Nord Africa per la marijuana. La Camorra si inserisce in più mercati soprattutto nel settore della co- caina». Anche in Africa si stanno raffor- zando le organizzazioni criminali, in particolare la mafia nigeriana MC A GIUGNO 2019 MC 21 © Gianluca azzolino

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