Missioni Consolata - Maggio 2019

Dopo aver messo insieme più di tre- mila guerrieri, con gli altri capi Sioux, Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo, affrontammo l’esercito degli Stati Uniti al comando del generale George Custer, e lo sconfiggemmo nella famosa battaglia di Little Bi- ghorn. Tu però non partecipasti alla battaglia. Secondo un sogno che avevo fatto poco tempo prima, affidai il co- mando delle operazioni a Cavallo Pazzo, in quanto a tattica e strategia militare era il più esperto di tutti noi. Nonostante ciò ti accusarono di aver provocato il massacro dei soldati degli Stati Uniti e quindi fu spiccato un mandato d’arresto nei tuoi confronti. A quel punto decisi di non arren- dermi, e nel maggio del 1877 mi tra- sferii, insieme alla mia gente, in Ca- nada, nello stato del Saskatchewan, ai piedi della Wood Mountain: qui ri- masi in esilio per anni, rifiutando l’opportunità di ritornare anche dopo che il presidente degli Stati Uniti mi aveva concesso il perdono per tutti i capi d’accusa che pende- vano sul mio capo. Solo i malanni e la fame ti convin- sero a tornare negli Usa con i tuoi familiari e ad arrenderti. Proprio così, ma anche i consigli di padre Martin Marty, un monaco be- nedettino che venne a visitarmi du- rante il mio esilio. Ritornai come perdente nella mia terra il 19 luglio del 1881. Il giorno dopo venni arre- stato insieme con mio figlio Piede di Corvo. Il go- verno, comunque, mi concesse l’amnistia. Renden- domi conto che ero ormai incapace di condurre al- tre guerre, confidai ai militari statunitensi di nutrire nei loro confronti profonda ammirazione. Pochi giorni dopo, venni trasferito con altri Sioux e con mio figlio nella riserva indiana di Standing Rock, a Fort Yates. Pur essendo confinato nella riserva indiana, nel 1883 ti fu concesso di aggregarti al famoso Circo Barnum dove in poco tempo diventasti un’attrazione del «Wild West Show» di Buffalo Bill, avendo così anche l’occasione di viaggiare in America e in Europa. Nelle performance degli spettacoli del circo mi ca- lavo nel ruolo di narratore di storie che avevano come protagonisti gli uomini bianchi e i nativi ame- ricani e come scenario l’imponente magnificenza delle grandi pianure americane, nei miei discorsi in- vitavo il pubblico a indurre i giovani a favorire il dia- logo e le relazioni tra indiani nativi e coloni bianchi. Nei mesi seguenti alla vostra sconfitta dell’e- state 1864, convincesti i tuoi compagni a tor- nare alle armi, e dopo aver dichiarato nuova- mente guerra ai coloni invasori, incominciasti una micidiale guerriglia contro di loro. Cercai di respingere le infiltrazioni dei Wasichu , con attacchi su Fort Buford, Fort Stevenson e Fort Berthold compiuti tra il 1865 e il 1868; quindi, ac- compagnai Nuvola Rossa, altro famoso capo Sioux che nel frattempo aveva ordinato di assaltare la contea di Powder River, nella regione settentrio- nale. Poco dopo, attaccai anche la linea ferroviaria del Pacifico Settentrionale, perché era cresciuta in noi e in tutte le tribù indiane del Nord America la convinzione che dovevamo contrastare con ogni mezzo l’avanzata dei coloni che stavano occupando gli immensi spazi delle nostre praterie per coltivare i loro prodotti agricoli, sottraendoli al pascolo per i bisonti, fonte indispensabile per la nostra alimenta- zione. In questo contesto, nel 1876, dimostrando un coraggio non indifferente, tu e i tuoi Sioux di- chiaraste formalmente guerra agli Usa. MAGGIO2019 MC 69 MC R Toro Seduto e la sua famiglia a Fort Randall nel 1881

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