Missioni Consolata - Maggio 2019

e contadine, provocando esodi forzati e danni ambientali come le deforestazioni». Dal paternalismo all’interculturalità La strada che, fin dall’inizio della sua esperienza con i popoli indi- geni, padre José Auletta si è pro- posto di percorrere è segnata da una domanda che è anche un co- mandamento anti paternalista: «Quanto ancora debbo impa- rare?». Tra missionari e popoli indigeni il paternalismo è sempre stato un ri- schio presente. O incombente. «Avevamo la pretesa di civilizzare quelli che un tempo - sbagliando - chiamavamo indios. Volevamo es- sere i maestri. Pensavamo che la nostra cultura fosse superiore. Alla fine abbiamo capito che nessuna cultura è superiore a un’altra. Al- lora abbiamo introdotto l’idea di “accompagnamento”: ma chi ac- compagna chi? Occorre introdurre anche il concetto di reciprocità. Ci si accompagna a vicenda: accom- pagniamo e siamo accompagnati. Tutti siamo discepoli, tutti siamo maestri». Accompagnatori o accompagnati, maestri o discepoli che siano, mis- sionari come José Auletta si muo- vono e agiscono per dare forma e sostanza al concetto di intercultu- ralità. «L’interculturalità - spiega - è la ca- pacità di ascoltare l’altro, sapendo che questo scambio favorisce una crescita e arricchimento reciproci. L’umanità ha impiegato diversi se- coli per capire che non esiste un pensiero unico, una sola cultura, una sola storia o un’unica verità. Nel caso dell’Argentina, questo sforzo di comprensione fu fatto, in termini di soggetto sta- tale, grazie alla riforma della Costituzione na- zionale dell’anno 1994, che intro- dusse il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni e il rispetto della loro identità, sancendo in tal modo la nascita dell’Argentina come paese plurietnico e multicul- turale». Parole belle e condivisibili, ma l’o- biezione è tanto immediata quanto banale: permane una grande distanza tra le dichiarazioni teoriche e una realtà quotidiana che è dominata da poteri econo- mici e politici sordi, quando non contrari, a simili istanze. «Sì - ammette padre José -, è e sarà un percorso complesso, tor- tuoso e contrastato, in Argentina come altrove. Però l’intercultura- lità è anche questo: non preten- dere di fare di due uno, ma al con- trario rispettare ogni parte del tutto». Paolo Moiola MAGGIO2019 MC 63 © archivio José Auletta MC A A RCHIVIO MC Su padre José Auletta vedere anche: • PaoloMoiola, Tutta un’altra storia , settembre 2007; • Luca Lorusso, La terra contesa , marzo 2012; • PaoloMoiola, La terra non si elemosina , dicembre 2015.

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