Missioni Consolata - Maggio 2019

mizzate Onlus. Nessuno mette in dubbio quanto questa organizzazione e altre che occupano sta- bilmente larghi spazi pubblicitari, facciano in positivo. Ma quando le percentuali sotto la voce «spese di rappresentan- za» superano a volte il 70% qualche dubbio re- sta. E quando, viste le mie ripetute esperienze in terre di missione, qualcuno mi chiede con- sigli, rispondo di control- lare sempre i bilanci (normalmente pubblica- ti) prima di dare il pro- prio contributo. Le spese non destinate all’obbieti- vo principale non dovreb- bero mai superare il 15- 20%. Migrazioni Viaggio della speranza. Ho raccolto la testimo- nianza che riporto sotto in pieno deserto del Ni- ger nel gennaio 2000 (19 anni fa), quando Ghedda- fi era ancora saldamente in sella e il sogno di una vita migliore in Europa e- ra già diffuso nei paesi del Nord Africa, mentre da noi se ne parlava po- chissimo. Per i politici i- taliani ed europei era un fenomeno irrilevante de- stinato a scomparire nel giro di poco tempo viste le difficoltà. Come sempre, «avevano visto giusto». «Arriviamo in Libia, fac- cio un po’ di soldi e poi… via in Italia». Mi guarda e sorride Mohamed. Nei suoi occhi l’entusiasmo di chi sta per aprire un importante capitolo della sua vita, lasciando alle spalle un mondo che gli ha dato la vita, ma che non gli sa offrire i mezzi per continuarla. Dice di avere 18 anni, ma ne di- mostra 16. Con lui, una trentina di giovani; suoi coetanei o poco più. Nei pressi, un vecchio auto- carro di fabbricazione li- bica. È il loro Concorde, il loro treno, il loro autobus di linea. Mohamed è uno dei tanti 6 MC MAGGIO2019 Cari mission@ri che lasciano l’Africa per il «viaggio della speran- za». Lui è di qui. È nigeri- no. Ma, sulla pista che da Agadez porta a Bilma e a Dirkou, ne abbiamo in- crociati parecchi di que- sti autocarri, sempre stracarichi, con giovani provenienti da altri stati di questa zona africana. Paesi anche non confi- nanti direttamente col Niger. Autocarri che, co- me autotrasportatori, fanno regolarmente la spola con la Libia. Mezzi già carichi di merce, su cui trovano posto 20-30 persone. In equilibrio precario. Appollaiate a grappoli. Aggrappate alle corde che reggono la merce, per non essere sbalzate fuori ogni 10 metri dalle enormi bu- che. In quelle condizioni viaggiano giorni e giorni. Allegramente. Senza la- mentarsi. Tutto è accet- tato con filosofia africa- na, che non significa ne- cessariamente rasse- gnazione. È solo un modo di vivere di chi, da generazioni, deve aspramente lottare per sopravvivere. Di chi ha la sofferenza come in- separabile compagna di viaggio. E non è che que- sta scomodissima tra- dotta venga regalata. È pagata profumatamente. La sola tratta Agadez-Li- bia costa circa 200mila lire (ca. 100 euro, ndr ). E, per chi viene da altri paesi, la cifra è ben mag- giore. Cifre spropositate per chi non ha di che vi- vere. Arrivati in Libia, dicono, possono trovare qualco- sa da fare. Ben pochi, però, hanno intenzione di fermarsi lì. La Libia sem- bra conceda una sorta di lasciapassare, di salva- condotto, per tentare poi il gran balzo verso l’Eu- ropa. L’Italia in particola- re. Il paese dei loro so- gni. La realizzazione dei loro progetti. La fine dei loro problemi. È convinto Mohamed nel ribadirmelo in un più che piamo che si parla di partiti politici fortemente radicati qui. Ma le ripeto, il Veneto è amministrato bene, la sanità funziona, i tra- sporti funzionano, non è questo quello per cui a- leggiano i politici? Venga qui da noi, a parte certe zone di degrado a Pado- va zona stazione, gli im- migrati sono accolti, la- vorano, pagano le tasse. Detto questo, di cosa stiamo parlando quando si parla di populismo? Scandire con fermezza diritti e doveri non è il dovere di ogni buon pa- drone di casa? A presto Carraro Francesco 08/03/2019 Caro sig. Carraro, sono andato a rileggermi l’editoriale che lei cita. • Non ho accusato nessu- na regione italiana né in particolare né in genera- le, anche se mi dispiace che proprio nelle regioni in cui sono nato e vissuto, oggi la voce più grossa la faccia una minoranza xe- nofoba nel silenzio di una maggioranza sana e ge- nerosa, ma confusa e un po’ impaurita. • Ho un grande rispetto e stima per chi si guadagna il pane col sudore della fronte e pratica la giusti- zia tirando avanti la car- retta con fedeltà, amore e compassione nonostante le difficoltà. Sono queste le persone che rendono bella l’Italia. • Quanto alla maggiore o minore simpatia per que- sto governo, è chiaro che non condivido un modo di governare che si legittima con l’uso smodato di so- cial, che è perennemente in campagna elettorale e usa un linguaggio perlo- meno discutibile se non incitatore di odio e discri- minazioni. Plaudo a que- gli amministratori - come il sindaco di Riace - che davvero hanno a cuore il bene comune, sono atten- ti all’ambiente, a ogni per- sona e in particolare ai accettabile francese. È l’unico del gruppo a par- larlo, anche se è la lin- gua ufficiale del Niger. Stanno per ripartire. Non ho il coraggio di dirgli che, in Italia, le cose non stanno proprio così. Che non è così facile. Soprat- tutto per chi entra come clandestino. Sarebbe i- nutile. Sicuramente, non mi crederebbe. E, in ogni caso, il peggio che tro- verà da noi, potrebbe es- sere molto meglio di ciò che lascia qui. Mario Beltrami 19/03/2019 Grazie sig. Mario. Per ora ho tagliato il suo com- mento sulla Siria, riman- dandolo al prossimo nu- mero. POPULISMO? Carissimo padre ho letto il suo editoriale (agosto-settembre 2018) e sono molto perplesso sul suo contenuto. Sono Veneto, faccio l’im- prenditore, sono sposato con due figli. La nostra terra è sempre stata ge- nerosa, qui accogliamo tutti, non c’è alcun popu- lismo, nessuna violenza o traccia di razzismo nei confronti delle persone di colore o verso altri ex- tracomunitari. Anzi loro stessi si sono inseriti nella nostra cultura e sono sul libro paga di molti imprenditori come me che li pagano per il lavoro che fanno. Certo, ci sarà qualcuno che li sfrutta, spero pochissi- mi. Come facciamo a es- sere sicuri che tutti i no- stri conterranei siano o- nesti? Se non lo sono non sarà certo per il co- lore della pelle, la diso- nestà non guarda al co- lore della pelle. Il Veneto è una terra am- ministrata bene, che in- sieme alla Lombardia e al Piemonte ha contri- buito a fare dell’Italia quella che è, un paese moderno per cui ram- marica sentir parlare di populismo perché sap-

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=