Missioni Consolata - Maggio 2019

POPOLI INDIGENI E MISSIONARI MAGGIO2019 MC 59 G iuseppe o, come lui pre- ferisce farsi chiamare, José Auletta, missionario della Consolata, lavora in Argentina dal 1976. In questi 43 anni si è occupato principalmente - e con una grande partecipazione emotiva - della causa indigena. È membro dell’ Equipo nacional de pastoral aborigen (Endepa) e per l’organizzazione è responsabile della regione del Nord Ovest. Da circa quattro anni padre Au- letta risiede nella capitale, la più bianca ed europea delle città ar- gentine. Un po’ fuori dall’azione, osservo malizioso. «No - risponde lui -, perché, come si dice qui, “Dio è ovunque, ma governa da Buenos Aires”». Il missionario segue i progressi - minimi, in realtà - della legge 26.160 che riguarda il possesso e la proprietà delle terre da parte delle comunità indigene origina- rie. Inoltre, lo scorso settembre è Il superamento del paternalismo Un tempo era considerata una cosa normale: la benevolenza dei rappresentanti di una cultura ritenuta superiore (i missionari) verso quelli di una cultura consi- derata inferiore (i popoli indigeni). Un atteggiamento errato, spiega padre José Auletta, 43 anni di lavoro tra gli indigeni dell’Argentina. Oggi la strada è una soltanto: quella della reciprocità e dell’interculturalità. Un cambio di prospettiva che ha suscitato il fastidio del potere politico ed economico. stato a Ginevra per presentare il rapporto (alternativo a quello dello stato) di Endepa alla 64ª ses- sione del «Comitato per i diritti economici, sociali e culturali» delle Nazioni Unite. Insomma, padre Auletta svolge un indispensabile lavoro di relazioni ARGENTINA di PAOLO MOIOLA MC A Sopra : padre José Auletta con Juan de Dios López, cacique del popolo Wichi. # © archivio José Auletta

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=