Missioni Consolata - Maggio 2019

ARGENTINA 60 MC MAGGIO2019 politiche e di comunicazione in un periodo nel quale l’Argentina at- traversa l’ennesima pesante crisi economica e sociale ed è in attesa delle elezioni presidenziali del prossimo ottobre. Il modello estrattivista: dalla soia al litio I 31 popoli indigeni dell’Argentina hanno caratteristiche diverse, ma sono tutti accomunati da un pro- blema: la restituzione o il ricono- scimento giuridico e amministra- tivo della propria terra. «Una terra benedetta - precisa padre José - per tutto ciò che essa significa nella cosmovisione indigena, a li- vello vitale, culturale, spirituale, identitario». La legge 26.160 è importante pro- prio perché prevede la sospen- sione degli sfratti e un’indagine ca- tastale sui territori indigeni. I quali - nell’incertezza normativa data dalla mancanza dei diritti di pro- prietà - rimangono in balia delle mire espansionistiche dell’agrobu- siness e delle società estrattive. Gli esempi più macroscopici sono quelli legati alla diffusione della monocoltura della soia (transge- nica) e delle miniere di litio. A partire dagli anni Novanta l’e- spansione della frontiera della soia nelle province di Salta, Santiago del Estero, Formosa e Chaco ha prodotto l’espulsione, l’allontana- mento o la marginalizzazione di migliaia di famiglie di campesinos locali, oltre a una gravissima defo- restazione e un pesante inquina- mento da agrotossici. Rispetto alla soia, lo sfruttamento del litio è più recente (dal 2010), ma è prevedi- bile un suo rapido sviluppo. Que- sto metallo - un tempo conosciuto soprattutto in medicina (neuropsi- chiatria) - oggi è molto ricercato a motivo del suo utilizzo nell’indu- stria elettronica e automobilistica (soprattutto per le batterie delle nuove auto elettriche). Il litio è stato trovato nella regione de La Puna argentina, nelle province di Salta e Jujuy. Oltre a produrre lo stravolgimento dei delicati ecosi- stemi delle lagune e delle saline che rendono unica la zona, le mi- niere di litio sottraggono l’acqua alle necessità di sostentamento e lavoro delle comunità locali. Per questo lo scorso febbraio 25 co- munità di etnia Kolla hanno fer- mato i lavori di due imprese - la Ekekos e la multinazionale cana- dese Ais Resources -, che si dedi- cano all’estrazione del metallo. Chiedo a padre Auletta se non sia una romantica idealizzazione il concetto del «buen vivir», che im- plica l’idea di un maggiore rispetto della natura e dell’ambiente da parte dei popoli indigeni. «No - ri- sponde il missionario -, è un fatto accertato. Endepa infatti non ha esitato a schierarsi con gli indigeni alla luce della parola d’ordine El territorio es vida. Se cuida y se de- fiende (Il territorio è vita. Si cura e si difende)». Di certo, una modalità di difesa potrebbe e dovrebbe venire dal «diritto di consultazione e di con- senso preventivo, libero e infor- mato» ( Consentimiento previo, li- bre e informado , Cpli), ricono- sciuto dal comma 17 dell’articolo 75 della Costituzione nazionale. Tuttavia, questo strumento viene sistematicamente ignorato o vio- lato dallo stato argentino. La resistenza dei Mapuche: morti e arresti Da Nord a Sud del paese l’offen- siva estrattivista non ha cambiato i suoi obiettivi (accaparramento di terre ed estrazione di risorse mi- nerarie), ma a Sud ha trovato sulla sua strada un popolo molto pu- gnace e determinato: quello dei Mapuche di Chubut e Río Negro, in Patagonia. Come testimoniano le morti dei giovani Santiago Mal- donado (28 anni) e Rafael Nahuel (22 anni) e la vicenda - ancora più complicata perché interessa anche il Cile - di Facundo Jones Huala (32 anni). Tutte persone coinvolte in proteste e azioni legate al recu- pero delle terre ancestrali dei Ma- puche. «Il 2017 è stato un anno attraver- sato da gravi fatti di violenza. Tra questi va ricordata la repressione effettuata a gennaio dalla Gendar- meria nazionale nel territorio ma- puche “Pu Lof in Resistencia”, nella località di Cushamen, provin- cia di Chubut. E poi una sua ripeti- zione nell’agosto dello stesso anno, in un contesto nel quale si è prodotta la sparizione e morte di Santiago Maldonado, giovane non mapuche sostenitore delle istanze © Mariano Mantel

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