Missioni Consolata - Maggio 2019

34 MC MAGGIO2019 D D L a riserva delle tigri del Sundarbans - il cui nome in bengalese significa «la bella fore- sta» -, patrimonio dell’Unesco dal 1987, è il parco naturale nel quale si consuma uno dei più discussi e complessi conflitti tra conserva- zione ambientale e diritti umani nel territorio in- diano. La riserva, che si trova nell’India Nord orientale, è situata nel golfo del Bengala, sul delta del Gange, estremo Sud dello stato del Bengala occidentale, nella più grande foresta di mangrovie del mondo. Il grosso arcipelago sul quale si estende è formato da 102 isole, 54 delle quali ospitano una popola- zione di 4,5 milioni di persone, per la gran parte dalit e indigeni che lottano per la propria soprav- vivenza spartendosi il territorio con la famosa ti- gre del Bengala, una specie in via d’estinzione e protetta dal 1973. Remi in barca, ma senza smettere di lottare Sohankharo Arhi, abile pescatore del villaggio di Mathurakhanda, raccoglie i remi della sua piccola barca per sistemarla sulla sponda del fiume. Ci troviamo qui, sull’isola di Bali (non quella fa- mosa), una delle isole dell’arcipelago, per svolgere delle ricerche sul conflitto che da anni produce vit- time tra i più poveri, e lo osserviamo. In questo vil- laggio, secondo il censimento del 2011, vivono 3.826 persone, delle quali l’80,4 per cento sono dalit, la casta più bassa degli intoccabili, e il 2,2 per cento indigeni 1 . Oggi Sohankharo torna a casa a mani vuote. La sua famiglia e le famiglie dei suoi colleghi pesca- tori in questa giornata mangeranno, forse, solo riso bianco. Le guardie forestali li hanno avvistati mentre navigavano all’interno della riserva, in zona proibita, e li hanno sanzionati con una multa Attenti alla tigre DI E LEONORA F ANARI Essere pescatori residenti nei dintorni della riserva delle tigri di Sundarbans e vedere rispettati i propri diritti è sempre più difficile. Le politiche ambientaliste del governo producono norme e divieti che portano molti alla fame, diversi a rischiare l’illegalità e, a volte, la morte per sbrana- mento, e molti altri all’emigrazione. REPORTAGE DALL’AREA PROTETTA DEL BENGALA OCCIDENTALE

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