Missioni Consolata - Maggio 2019

BRASILE 24 MC MAGGIO2019 curati i diritti garantiti nella Costi- tuzione federale del 1988. Ab- biamo persone preparate in legge per aiutarci in questo. Noi non abbiamo invaso la terra di nessuno: chiediamo soltanto ri- spetto. Di essere rispettati nel di- ritto a vivere nel nostro territorio. Di essere rispettati come società, come esseri umani e come indi- geni. E qui intendo dire Macuxi, Wapichana, Ingarikó, Patamona, Sapará, Taurepang, Wai-Wai, Ya- nomami, Yekuana». È corretto dire che la diversità indigena è anche una diversità tra indigeni? «Il Cir non ha una sola identità. Per questo è stato capace di unire le identità di nove popoli diffe- renti. Perché non va dimenticato che noi siamo differenti: un Tau- repang è differente da un Macuxi, un Macuxi è differente da Wapi- chana e così via. Eppure questa organizzazione è capace di unirci tutti in un luogo, in una sala per discutere della nostra vita. Il Cir è un’università e un tribunale: è tutto per noi». Da fuori, cioè dal mondo non indigeno, vengono i garimpei- ros e le grandi opere. Che ne pensa il Cir? «Che non vogliamo i grandi pro- getti che distruggono la natura. Non vogliamo estrazioni minera- rie nei nostri territori. Se il grande Creatore ha messo il pe- trolio sotto la terra è per la- sciarlo lì». Qui a destra : Mario Juruna, Xavante del Mato Grosso, primo indigeno deputato federale del Brasile (1982-1986). Sotto : una riunione di una delegazione della «Commissione interamericana dei diritti umani» (Cidh) nella sede del Cir (7 novembre 2018). A destra : Joênia Batist de Carvalho, Wapichana di Roraima, prima indigena eletta deputata federale nelle elezioni del 7 ottobre 2018. # © Paolo Moiola

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=