Missioni Consolata - Aprile 2019

Viaggiavamo per partecipare alla festa per il 25° anno di sacerdozio di padre André Nekpala, un con- golese parroco nella missione di Grand-Zattry: altri 400 km. Una fatica ben ripagata perché la cele- brazione è stata molto intensa, emozionante, con tante persone e anche perché abbiamo cono- sciuto il mitico padre Silvio Gul- lino, decano dei padri qui in Costa d’Avorio. È un piemontese, da 50 anni in missione, adesso è an- ziano ma i suoi occhi brillano e il suo volto si riempie di gioia quando racconta le sue avven- ture in Congo o in Costa d’Avorio. Conoscerlo, ascoltarlo, avvertire ancora in lui tanto amore e tanta energia da spendere per il pros- simo è sicuramente tra le emo- zioni più importanti e belle che sto vivendo. 22 settembre Dopo il tempo bello dei viaggi è arrivato quello del duro lavoro. Infatti, l’ultima parte del sog- giorno di Riccardo - il seminarista di Corinaldo che ha condiviso con me queste settimane - lo ab- biamo dedicato ai lavori nella nuova chiesa in costruzione a Dianra Village. Questi lavori, che procedono a seconda delle dispo- nibilità economiche e della mano- dopera, avevano come obiettivi la decorazione dell’altare principale e della cappellina feriale, la crea- zione ex novo dell’angolo ma- riano e la conclusione di alcuni mosaici del pavimento, partico- larmente quello che percorre tutto l’asse centrale della chiesa, dal battistero all’altare. Padre Matteo e Riccardo hanno dato fondo a tutta la loro creati- vità, trovando ottime soluzioni anche con i pochi mezzi e il poco tempo a disposizione. Non di- mentichiamo che la missione sol- lecita a ogni momento, e con nu- merosi imprevisti, la quotidianità e bisogna ritagliarsi il tempo per questi lavori spesso rubandolo a tante altre necessità. Con i padri Kizito e Makori - due missionari della Consolata qui di passaggio per un breve periodo a rifrescare il loro francese in vista di aprire una nuova missione in Madagascar - abbiamo messo a disposizione per i vari lavori le no- stre mani e tutto il nostro tempo. Tra le attività, abbiamo pitturato una ad una le tante tessere del mosaico che, in alcuni casi, ab- biamo anche assemblato: un la- voro certosino, di grande pa- zienza e di grande soddisfazione. È davvero un peccato che non possiate vedere di persona i risul- tati, ma vi assicuro che il tutto è molto bello. I mosaici e i lavori MC A La casetta è un ambulatorio nel quale, periodicamente, una equipe sanitaria dell’ospedale della Consolata (un infermiere, un’ostetrica, un’ausiliaria) si reca in moto o con motocarro per fare vaccinazioni, visite, promozione sanitaria alle mamme e ai loro fi- gli, perché - come sempre - mo- tore del cambiamento sono le donne. Poi, il 7 agosto, siamo andati a Fa- rabà per la festa dell’Indipen- denza e Riccardo e io, seduti tra le autorità, eravamo un’impor- tante delegazione. Il massimo, però, è stato il viaggio che ab- biamo fatto con padre Alexander Likono (da Marandallah) e padre Matteo, per andare nella mis- sione di San Pedro, nel Sud Ovest della Costa d’Avorio. Quindici ore consecutive di jeep con una fora- tura e problemi meccanici che ci hanno bloccato di notte lungo la strada. La nostra benedizione è stato un camionista si è fermato per soccorrerci, nonostante la notte. Da un vicino villaggio è ar- rivato un gruppo di giovani. Io su- bito sono rimasta perplessa, ma poi quasi mi sono commossa. Non solo, senza conoscerci, sono venuti per aiutarci (hanno spo- stato a mano la jeep), ma sono andati al villaggio per prendermi una sedia e una pila per far luce.

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