Missioni Consolata - Aprile 2019

APRILE2019 MC 59 • Dianra | Missione | Volontariato | Missionari della Consolata • MC A malato e si trova in Spagna. La sua presenza, però, si avverte in ogni angolo della missione e in ogni parrocchiano che, con af- fetto, chiede sue notizie. Comun- que siamo vicini con la preghiera che ci sostiene e ci unisce come un filo invisibile ma molto forte. 30 giugno 2018 Carissimi e carissime tutti, dopo ore di volo, km di jeep su strada e su pista di terra rossa, sotto un diluvio d’acqua, tuoni e fulmini (ma qui erano felici perché l’ac- qua mancava da novembre ed io che l’ho portata sono una benedi- zione!), sono finalmente arrivata e ritornata a Dianra, nel Nord della Costa d’Avorio, nella mis- sione affidata alla Consolata, dove vive il nostro padre Matteo Pettinari. Con gioia ho rivisto persone e luo- ghi a me molto cari che mi sono entrati nel cuore fin dal primo giorno dell’agosto del 2016. L’af- fetto ricevuto ed il sorriso dei bimbi hanno subito cancellato la fatica del viaggio. Adesso mi sto inserendo nelle varie, quotidiane attività della missione con il mio francese scolastico che migliora lentamente e con la certezza di ve- dere ogni giorno, nella vita e nel- l’opera dei missionari, la costante tenerezza di Dio verso i nostri fra- telli africani. Sento il vostro soste- gno e so di essere qui anche a nome vostro. Continuate ad ac- compagnare i miei passi con la vo- stra preghiera. 14 luglio 2018 L’ultimo periodo di questo mio primo mese a Dianra l’ho tra- scorso al centro sanitario che è una piccola splendida realtà nel buio della sanità locale, espres- sione pratica della tenerezza di Dio. Dal niente, con l’aiuto di tante persone, anche di Chiara- valle e della nostra diocesi, è stata costruita una struttura sani- taria che comprende l’ambulato- rio di primo soccorso, la farmacia, la maternità, l’ambulatorio odon- toiatrico ed il laboratorio analisi. Purtroppo, quest’ultimo ha do- vuto smettere di funzionare poco dopo la sua inaugurazione a causa della scarsa corrente elet- trica erogata. In queste ultime ore, con l’acqui- sto di uno stabilizzatore (acquisto reso possibile grazie a una dona- zionedall’Italia) potrà funzionare senza interruzioni a partire dalla settimana prossima. Sempre gra- zie a quella donazione, il centro ha potuto dotarsi da ieri di un ecografo che, possibilmente, ini- zierà ad essere a disposizione della popolazione entro breve. Quanto a me, sono arrivata qui forte della mia quarantennale at- tività lavorativa come infermiera e pronta a spenderla, ma la realtà che mi circonda e con cui mi in- contro ogni giorno è così lontana per mezzi, usi e costumi, neces- sità e lingue che, per ora, posso fare ben poco. E quando arrivano soprattutto i bimbi con 40 di febbre per la ma- laria (qui endemica), con le con- vulsioni, malnutriti, anemici ed intorno non hai abbondanza di medicinali, di apparecchiature sa- nitarie, di medici (la nostra è l’u- nica per una popolazione di 45mila abitanti e non sempre è sul posto perché deve andare nella capitale), di strutture ido- nee perché l’ospedale più vicino è a non meno di 140 km di pista (circa tre ore di strada), mi sento impotente. Ammiro gli infermieri che lavorano in prima linea e con quasi niente, ma la mia impo- tenza di fronte ai problemi di fermo desiderio di tornare a Dianra per conoscere meglio per- sone e luoghi. Il 15 giugno sono di nuovo arri- vata ad Abidjan. Il giorno dopo sono partita la mattina presto mentre era ancora notte perché c’erano da percorrere tanti chilo- metri. Yamoussoukro, Bouaké, poi la missione di Marandallah e, finalmente, la gioia di essere di nuovo a Dianra. La stessa sensazione di due anni fa: sono a casa mia! Il tempo non ha scalfito la memoria, le cose sono al loro posto come le ricor- davo, i luoghi belli e rigogliosi di verde, le persone gioiose, calde affettuose ed accoglienti. I missionari a Dianra, a parte pa- dre Matteo con cui avevo viag- giato, sono diversi: c’è padre Ra- mon (il superiore della delega- zione dei missionari della Conso- lata in Costa d’Avorio, che ho già conosciuto nel 2016 e normal- mente risiede a San Pedro, ma presente per un paio di settimane come aiuto extra) e padre Wil- liam Wema, il primo tanzaniano che conosco ai suoi primi mesi di servizio missionario essendo sa- cerdote solo dal 2017. Lui è qui in attesa di stabilirsi a Marandallah, quando tornerà padre Raphael che è in famiglia per le sue va- canze. La grande assenza è quella di pa- dre Manolo Grau che purtroppo è

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