Missioni Consolata - Aprile 2019

me è falso. Perché eliminare le istituzioni statali, le forze militari... A chi interessava? La vera motivazione dell’intervento della Nato è stata quella di creare il disastro, l’instabilità. Un paese sottomesso, nel caos, per permettere meglio la spartizione. Come vediamo l’Italia Da una parte noi libici continuiamo a vedere l’Italia come simbolo di fratellanza, amicizia, il più vicino al mondo arabo; dall’altra la vediamo come parte di un passato molto doloroso, che non è facile dimen- ticare. I fascisti costruirono i primi campi di con- centramento in Libia. Massacrarono 300.000 per- sone tra il 1929 e il 1931, nell’Est della Libia, intorno a Bengasi. Con l’accordo sopra citato molti dei libici pensa- rono a un punto di svolta con l’Italia: le scuse del- l’allora presidente del consiglio italiano, Silvio Ber- lusconi, che baciava la mano anche al figlio di Omar al-Mukhtar (guerrigliero libico che guidò la resi- stenza al colonialismo, ndr ), simbolo dell’anti-italia- nismo. Il gesto italiano fu considerato una grande vittoria morale libica. Tuttavia, dopo il 2011 si sentirono traditi, a pochi anni dall’accordo. Ora è forte il sentimento anti italiano. Il governo di el-Serraj è considerato filo italiano, grazie allo sforzo dell’Italia è riuscito a insediarsi a Tripoli. Ma non è riconosciuto dal popolo libico. Non ha una vera efficacia sul territorio. Non riesce neanche a controllare un quartiere di Tripoli. Ci sono i gruppi militari e le milizie che hanno il vero potere e controllano tutto. La Libia, che ha perso la propria sovranità, senza esercito, senza un servizio di intelligence, senza unità nazionale, non si può certo governare. Tantomeno dall’esterno. Perché da 100 anni riceviamo solo danni dall’Italia? Tutte le azioni militari sono partite per colpire Tri- poli dall’Italia. Danni economici Gli imprenditori italiani hanno perso un sacco di soldi. L’interscambio tra Libia e Italia, nel 2008, è arrivato a 20 miliardi di euro: il nostro paese è sem- pre stato importante per l’Italia. Inoltre, 11.000 italiani lavorano in Libia. Tra le esportazioni italiane nel mondo arabo, la Libia era al primo posto. Il 2 marzo 2009 Gheddafi aveva dichiarato di voler privilegiare l’Italia negli affari commerciali e negli appalti interni. Invece l’Italia ha partecipato alla sua distruzione. Più che fare gli interessi economici libici, Gheddafi aveva offerto benefici all’Italia. Inoltre, fino al 2010, la Libia riusciva a controllare tutta la costa e l’emigrazione clandestina. Nel 2014 sono arrivati in Italia 140mila migranti, prevalente- mente dalla Libia. Se dal punto di vista economico la relazione Italia- Libia è stata positiva, il rapporto politico, sociale e mediatico è stato ben diverso. I media italiani hanno sempre denigrato Gheddafi, hanno accusato la Libia di inviare jihadisti, immigrati, ecc. C’è troppa disinformazione, rifiuto di sapere, igno- ranza voluta, eppure i prodotti italiani sono pre- senti in Libia, così come ristoranti e altri locali». a cura di Angela Lano 44 MC APRILE2019 D Breve cronologia √ 1951, 24 dicembre - Proclamazione dell’indi- pendenza della Libia. √ 1969, 1 settembre - Un colpo di stato rovescia il re Idris. Muammar al-Gheddafi prende il po- tere. √ 1970, gennaio - Sono nazionalizzate le banche, le compagnie petrolifere e le proprietà dei co- loni. √ 1973, gennaio - Lanciata la rivoluzione cultu- rale islamica. Occupata la banda di Aozou, nel Nord del Ciad. √ 1977, 2 marzo - Instaurazione dello stato delle masse, al Jamahiriyya araba, popolare e sociali- sta. √ 1982, marzo - Inizia l’embargo commerciale degli Stati Uniti. √ 1984, aprile - Rottura delle relazioni diploma- tiche con la Gran Bretagna. √ 1988, 21 dicembre - Attentato contro aereo della Pan Am nei cieli di Lockerbie, in Scozia (270 morti). √ 2002, marzo - Inizio della costruzione del ga- sdotto Libia-Europa. √ 2009, 2 febbraio - Elezione di Gheddafi alla te- sta dell’Unione africana per un anno. √ 2011, 15-16 febbraio - Manifestazioni nella città di Bengasi. Il 17 febbraio i manifestanti re- clamano le dimissioni di Gheddafi e sono re- pressi nel sangue. √ 2011, 21 febbraio - Bombardamento di Tripoli da parte dell’aviazione libica. √ 2011, 17 marzo - Risoluzione 1973 dell’Onu che autorizza il ricorso della forza per proteg- gere i civili libici, crea la no fly zone e aumenta l’embargo sulle armi. Il 19 marzo iniziano i bom- bardamenti degli occidentali contro Gheddafi. Il comando sarà della Nato. √ 2011, 21-22 agosto - Caduta di Tripoli, i ribelli del Cnt prendono la città. √ 2011, 15 settembre - 20 ottobre - Battaglia di Sirte. Il 20 ottobre Gheddafi è catturato e giusti- ziato sommariamente. √ 2011, 31 ottobre - Fine dell’operazione mili- tare Nato. √ 2012, 6 marzo - La Cirenaica (Bengasi) dichiara la sua autonomia. Inizia il «caos libico». √ 2019, 27 febbraio - Sotto l’egida dell’Onu, al- Serraj e Haftar firmano un accordo di principo per organizzare nuove elezioni.

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