Missioni Consolata - Aprile 2019

«Hai ragione - replica Mohammed -, tra di noi i rapporti non sono stati sempre buonissimi, ma più per ignoranza. Quando ci siamo trovati a combattere fianco a fianco con i soldati iracheni alla fine abbiamo fatto amicizia, poi noi peshmerga combattiamo sempre contro gli invasori. Quando sono arrivati quelli del califfato per di- fendere le città sono accorsi vecchi peshmerga da tutti i villaggi curdi del paese, tutti pronti ad andare in prima linea, alcuni avevano 70 anni. Devo dire che i primi mesi di com- battimento sono stati difficili, ma solo per il fatto che loro erano dav- vero ben armati. Avevano armi au- tomatiche e mezzi pesanti, noi spesso ci guardavamo negli occhi e ci chiedevamo da dove venissero tutte quelle armi, chi le aveva date ai Daesh? Le cose sono cambiate quando siamo stati dotati di Milan tedeschi (razzi anticarro, ndr ), al- lora abbiamo cominciato a respin- gerli e guadagnare terreno. Gli uo- mini del Daesh non erano poi que- sti grandi combattenti, molti di loro erano spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Una volta ben equipaggiati e con l’aiuto del supporto aereo, abbiamo combat- tuto e vinto». Quando imbocco la strada princi- pale di Mosul si nota subito la de- vastazione. L’ingresso è una grande discarica di rifiuti dove pa- scola qualche capra. Più oltre si ve- dono gli scheletri dei palazzi sven- trati dai bombardamenti. Il prezzo pagato dai civili Il mio interprete si chiama Sardar Abudlahh, ha lavorato qui con i giornalisti arrivati durante e dopo la liberazione, mi racconta: 22 MC APRILE 2019 IRAQ In alto : le rovine della grande moschea di Al-Nuri, dove - era il 6 luglio del 2014 - Al- Baghdadi si proclamò leader dello Stato islamico. A destra : una delle chiese di- strutte dai bombardamenti. #

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