Missioni Consolata - Aprile 2019

passare il mare, senza successo, e ora vorrebbero rientrare nei loro paesi. Arrivano a Niamey sfiniti, privati di qualsiasi mezzo, smarriti e traumatizzati dell’esperienza durissima. Noi li accogliamo, ma non facciamo un lavoro ammini- strativo. Parliamo con loro, li riceviamo come fratelli, non come stranieri, dando loro valore umano. La- sciamo tutto il tempo per parlare e cerchiamo di creare un rap- porto di fiducia. Così ci raccon- tano il loro vissuto. Li compatiamo nella loro soffe- renza. Quando un essere umano sente che lo capite, vi dà fiducia, e ac- cetta di aprirvi il suo cuore e vi dirà molte cose. È diverso dal far- gli delle domande per compilare un formulario». Al centro di Garbado viene dato ai migranti anche un piccolo aiuto materiale «per facilitare il loro passaggio»: qualche soldo, una coperta, un kit igienico. Una volta la settimana un medico volonta- rio visita le persone di passaggio. E, grazie alla convenzione con una farmacia e una clinica, si rie- scono a dare farmaci e far visitare i casi più gravi. Un fenomeno nuovo Laurent ci racconta che tutto è iniziato intorno all’anno 2011: «Con gli avvenimenti della Libia, del Mali e della Costa d’Avorio, al- cuni sbandati arrivavano a Nia- mey e cercavano una parrocchia, perché è noto che dove c’è la chiesa è probabile ricevere un aiuto. Il fenomeno era nuovo e creammo dei comitati in ogni par- rocchia. Ma poi ci rendemmo conto che c’erano migranti che facevano il giro. Si decise di con- centrare l’attività a Garbado, che è in un luogo logisticamente vi- cino alle stazioni degli autobus di lunga percorrenza». APRILE 2019 MC 13 Ci spingiamo nella periferia Est. In questa zona relativamente re- cente ci sono case basse e qual- che edificio più alto, di banche o compagnie telefoniche. Noi cer- chiamo i locali della parrocchia San Gabriel Garbado, della chiesa cattolica, minoritaria nel paese a grande maggioranza musulmana. A San Gabriel, l’arcidiocesi di Nia- mey - una delle due del paese, l’altra è la diocesi di Maradi - ha concentrato le attività di acco- glienza e ascolto per i migranti. Entriamo nella bassa costruzione in colore ocra, quasi mimetica, e nel cortile interno incontriamo Laurent Tindano, l’animatore principale della pastorale mi- granti. Laurent è un migrante lui stesso, perché burkinabè, ma vive qui da decenni e si sente nigerino a tutti gli effetti. Un centro di ascolto «Questo è un piccolo centro di accoglienza. Con pochi mezzi fac- ciamo un accompagnamento dei migranti. Ci occupiamo di coloro che stanno ritornando, dopo aver at- traversato il deserto e tentato di MC A • Migranti | Dialogo interreligioso | Ascolto | Viaggio • Sotto a sinistra : vista del centro di Niamey, con il ponte Kennedy, dall’altro lato del fiume Niger. Qui : zona commerciale nel centro della ca- pitale. Si noti la pubblicità di prodotti per stirare i capelli delle donne. Sotto : bimbe in una zona di orti, in un sob- borgo di Niamey, lungo il fiume. # ( continua pag. 16 )

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