Missioni Consolata - Marzo 2019

82 amico MARZO 2019 di kiswahili che conoscevamo, abbiamo pregato insieme. Lontani per età, esperienza di vita, vi- sione del mondo, ci sentivamo vicini nell’essere insieme figli di uno stesso Padre». A partire dal tuo contesto, che cosa do- vremmo fare, secondo te, per avere più im- patto nel mondo giovanile? «Credo che dovremmo trovare più tempo per stare con i giovani, per essere loro accanto quando vivono momenti importanti, quando scelgono la loro strada, si laureano, iniziano il primo lavoro. I nostri centri missionari dovreb- bero essere dei luoghi aperti in cui potersi sen- tire “a casa”, sapendo che c’è qualcuno di fidato con cui poter parlare o semplicemente prendere un caffè. Dovremmo essere persone autentica- mente adulte che non hanno paura di lasciar tra- sparire i propri limiti, ma che hanno scelto con coraggio una direzione e su quella camminano con gioia». Durante queste interviste chiediamo sempre di suggerirci uno slogan da proporre a tutti i gio- vani che si avvicinano ai nostri centri missio- nari. Che frase, slogan, citazione proporresti, e perché? «La prima lettera di Giovanni dice: “In questo consiste l’amore, non siamo stati noi ad amare Dio, ma Lui ha amato noi”. Lasciamoci semplice- mente amare, dagli altri, così come ne sono ca- paci». Luca Lorusso Qual è la difficoltà più grande che incontri? «La difficoltà più grande è la fatica che si riscon- tra in molte persone oggi nel mantenere una certa continuità negli impegni presi. Ci si entu- siasma facilmente, ma si lascia perdere con al- trettanta facilità un cammino intrapreso e dun- que bisogna ricominciare spesso da capo». Qual è la soddisfazione più grande? «Incontrare molti che ci sono vicini, che collabo- rano in mille modi diversi con la nostra comu- nità, che ci trasmettono il loro affetto. Soddisfa- zione è vedere un giovane che trova la sua strada, che cresce, che si assume le sue respon- sabilità e sapere di essere stati compagni di viaggio per un tratto del suo percorso». Puoi raccontare un episodio significativo della tua vita missionaria? «Mi trovavo a Maúa in Mozambico, durante lo stage pastorale, quando io e un altro padre mis- sionario siamo andati a far visita a un’anziana si- gnora nella cittadina di Cuamba. Lei non parlava portoghese, né macua, ma solo kishwahili, in quanto aveva trascorso tutta la sua vita in Tanza- nia. Era a letto malata e noi, lì accanto a lei, po- tevamo fare ben poco. Eppure il suo sorriso la- sciava trasparire la gioia di una visita che consi- steva semplicemente nell’essere lì, accanto a lei. A un certo punto ci ha chiesto di pregare in- sieme un Padre nostro e, tirando fuori quel poco © Af MC

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