Missioni Consolata - Marzo 2019

MARZO 2019 amico 81 Mai avrei immaginato, però, che di lì a qualche anno sarei diventato missionario della Consolata! Perché proprio della Consolata? A volte una co- munità, uno sport, un lavoro, una compagnia col- pisce il tuo cuore e non sai neanche bene il per- ché; senti che lì ti trovi bene, che in qualche modo con loro riesci a essere te stesso. Ho in- contrato diversi missionari e missionarie della Consolata che mi sono sembrati persone felici e in gamba, in qualche modo realizzati. Un altro aspetto che mi è subito piaciuto della Consolata è stato lo spirito di famiglia che si respirava in se- minario. Una semplicità e un calore naturali nei rapporti umani». Puoi raccontare brevemente la tua storia missionaria? «Durante gli anni universitari ho frequentato la Certosa di Pesio mentre continuavo a svolgere il mio servizio con gli scout e ho scoperto che il tempo dedicato a fare “deserto”, a stare solo di fronte a qualche paesaggio mozzafiato, aperto all’ascolto di me stesso, della natura e di Dio, era un tempo prezioso per me. Piano piano è matu- rato il desiderio di dedicare la mia vita al Signore e agli altri... ma come? Sono andato a conoscere i monaci di Les Rins, ho frequentato un corso vo- cazionale con i Francescani ad Assisi, eppure sen- tivo che il mio posto era con i missionari della Consolata. Quando stavo quasi per decidermi, ecco che mi innamoro di una ragazza e lei ricambia e tutto torna nuovamente sottosopra. Che fare? A lei volevo molto bene e il tempo passato in- sieme era di una delicatezza e profondità rare a trovarsi… Pensa e ripensa, in alcuni esami univer- sitari ho ottenuto risultati poco soddisfacenti, perché non riuscivo a concentrarmi. Lei o la mis- sione? E non riuscivo a decidermi. Alla fine, dopo essermi confrontato, dopo aver cercato di ascol- tare i miei desideri più profondi, ho scoperto che ciò che mi faceva esplodere di gioia più di tutto era la relazione con Dio e con gli altri e dunque mi son deciso: appena conclusa la laurea sono entrato nel seminario dei missionari ad Alpi- gnano». Dove e quando hai studiato? «Tre anni di studi filosofici ad Alpignano, poi il noviziato a Bedizzole vicino a Brescia, quindi la teologia a Roma, un anno di servizio pastorale a Maùa in Mozambico, poi la specializzazione in teologia biblica all’Università Gregoriana di Roma, con un semestre all’Università Ebraica di Gerusalemme e quindi, finalmente, l’ordinazione, a Cuneo nel 2012. Sedermi in mezzo agli altri preti dopo esser stato ordinato, con la presenza di tantissimi amici e conoscenti che mi sostene- vano ed incoraggiavano è stato davvero emozio- nante». Dove hai lavorato? «La prima destinazione missionaria è stata Tai- wan, dove abbiamo avviato la presenza dei mis- sionari della Consolata in terra “cinese”. L’entu- siasmo era grande, la cultura, la lingua e la realtà affascinanti, però la salute non mi ha accompa- gnato e dopo poco meno di un anno sono do- vuto rientrare in Italia». Puoi dire due parole sul paese in cui ti trovi oggi? Quali sono le sfide missionarie principali di questo paese? «Attualmente mi trovo a Casa Milaico, nel co- mune di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, insieme a padre Daniel, al diacono Noè e ad una famiglia composta da Cristina e da sua figlia Noemi. Penso che le sfide che l’Italia deve affrontare in questo momento siano grandi e im- pegnative. Dal punto di vista missionario una delle più importanti credo sia il coinvolgimento con i giovani. Le statistiche indicano che sola- mente un 10% di loro si sente vicino alla Chiesa e i motivi di tale allontanamento sono molteplici. Eppure sono proprio i giovani a costituire il do- mani della nostra società e in questa realtà sem- pre più frammentata e precaria il trovarsi insieme confrontandosi, lasciandosi accompagnare e de- cidendo di dare il proprio contributo attivo nella costruzione di una società più tollerante, più at- tenta alle varie ricchezze e alle culture diverse presenti nel Paese è fondamentale». Che lavoro stai svolgendo oggi? «A casa Milaico viviamo, preghiamo e lavoriamo insieme, religiosi e laici, e ci occupiamo principal- mente della formazione di adolescenti e giovani organizzando incontri mensili e campi estivi e preparando i giovani per un’esperienza in mis- sione». AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT © AfMC

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